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Il Tar dà torto al Comune sullo Stadio della Roma a Pietralata: cosa c’è scritto nella sentenza

Il Tar del Lazio ha accolto un ricorso presentato dalla Mb Ricambi Auto, cioè dall’autodemolitore che si trova in via degli Aromi, nell’area di Pietralata dove dovrebbe essere realizzato il nuovo stadio della Roma.
A cura di Enrico Tata
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La questione è molto tecnica e complicata, ma la sintesi è che per lo stadio della Roma c'è una nuova grana. Il Tar del Lazio, infatti, ha accolto un ricorso presentato dalla Mb Ricambi Auto, cioè dall'autodemolitore che si trova in via degli Aromi, nell'area di Pietralata dove dovrebbe essere realizzato il nuovo impianto sportivo.

Come anticipato, la questione è molto complicata e riguarda in particolare la particella 138, cioè una porzione di terreno su cui opera l'autodemolitore di via degli Aromi. "La società ricorrente che esercita in via degli Aromi 50 attività di esposizione e noleggio veicoli, nonché attività di vicinato e vendita di ricambi online ha impugnato il provvedimento con cui Roma Capitale ha dichiarato la decadenza dalle rispettive autorizzazioni commerciali", ricordano i giudici nella sentenza. La Mb Ricambi, tuttavia, ha presentato ricorso sostenendo che nella particella 138, cioè quella dove il Campidoglio ha rilevato un abuso edilizio, non viene esercitata più alcuna attività.

Anzi, si legge ancora nella sentenza, "una volta disposta la liberazione della particella n. 138, Roma Capitale ha espressamente autorizzato la ricorrente, al dichiarato fine di garantirne la continuità lavorativa, allo spostamento degli uffici dell'attività dalla particella n. 138 a porzioni delle particelle nn. 90 e 97, (anche queste di proprietà di Roma Capitale e concesse in detenzione precaria)".

Questo significa che "la successiva revoca delle autorizzazioni a causa degli abusi edilizi sulla particella n. 138 si pone in aperta contraddizione con la precedente azione amministrativa di salvaguardia dell'attività commerciale".

In altre parole la Mb Autoricambi ha saputo dimostrare che la sua attività non opera più sulla particella su cui il Comune aveva riscontrato l'abuso edilizio. Tuttavia, ha sottolineato all'agenzia Ansa l'assessorato all'Urbanistica di Roma Capitale, di fatto i giudici hanno riconosciuto che quei terreni sono pubblici. Quell'attività, però, "continua ad esercitare in detenzione precaria su particelle comunali". Quando quelle particelle serviranno per la costruzione dello stadio, l'autoricambi dovrà cessare l'attività. Finora nessuno ha permesso lo spostamento dell'autoricambi, perché le norme dicono che un'attività commerciale non può essere sgomberata fin quando non ce ne sarà effettivo bisogno, per non causare danni all'azienda. Quando però quei terreni serviranno effettivamente, allora si procederà allo sgombero, assicura l'Assessorato, così come è stato fatto lo scorso agosto per le abitazioni.

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