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Covid 19

Il tar annulla l’obbligo del vaccino antinfluenzale per gli anziani nel Lazio

Il tar del Lazio ha annullato l’ordinanza che introduceva l’obbligo di vaccinazione antinfluenzale per gli anziani e per il personale sanitario. D’Amato: “Per noi non cambia nulla, più che l’aspetto formale ci interessa quello sostanziale. Dobbiamo lavorare perché ci sia la più ampia copertura vaccinale”.
A cura di Enrico Tata
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(La Presse)
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Il tar del Lazio ha annullato l'ordinanza che introduceva l'obbligo di vaccinazione antinfluenzale per gli anziani e per il personale sanitario. La questione, hanno rilevato i giudici, rientra nella sfera delle decisioni statali e non regionali. "La normativa emergenziale Covid-19 non ammette simili interventi regionali in materia di vaccinazioni obbligatorie. Inoltre le disposizioni in materia di igiene e sanità nonché di protezione civile non recano previsioni che possano autorizzare le regioni ad adottare questo tipo di ordinanze allorché il fenomeno assuma, come nella specie, un rilievo di carattere nazionale", si legge nella sentenza. L'assessore D'Amato ha accolto la notizia sostenendo che "per noi non cambia nulla, più che l'aspetto formale ci interessa quello sostanziale. Dobbiamo lavorare perché ci sia la più ampia copertura vaccinale". L'assessore ha riconosciuto che "l'ordinanza aveva degli elementi di difficoltà in quanto sono atti che competono allo Stato. Pensiamo sia utile che il Governo rifletta sull'obbligatorietà. Ci interessa in questa fase somministrare 2,4 milioni di dosi di vaccino già ottenuto".

La mancata vaccinazione secondo quanto scritto nell'ordinanza di Zingaretti annullata dal Tar avrebbe comportato anche conseguenze: per il personale sanitario era prevista l'inidoneità temporanea allo svolgimento della mansione lavorativa, mentre per le persone ultra 65enni avrebbe comportato l'impossibilità di entrare nei centri anziani o all'interno di altri luoghi di aggregazione sociale.

"Come abbiamo sempre sostenuto e come ha riconosciuto il Tar del Lazio un provvedimento del genere è di competenza statale. Vista l'enorme portata della pandemia, è il Governo che deve assumere decisioni simili e grazie a questa sentenza viene riportato il giusto ordine a livello normativo. Ci teniamo a chiarirlo, per sgombrare il campo da equivoci: per noi il problema non è vaccino sì-vaccino no, ma la necessità di affrontare in maniera globale e coerente la situazione, adottando iniziative che siano fondate su basi scientifiche certe e che non calpestino i diritti dei cittadini", ha dichiarato Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici.

Vaccini nelle farmacie, i medici di famiglia: "Non è possibile vaccinare in farmacia"

L'assessore D'Amato ha annunciato la possibilità di somministrare il vaccino in alcune farmacie del Lazio. Ma secondo i medici di famiglia questo non è possibile, "c'è una legge dello Stato che impedisce la presenza del medico in farmacia. Se non si cambia norma, qualunque atto si farà in questo senso sarà impugnato. E riterremo necessario il controllo delle Forze dell'ordine per evitare eventuali casi di prestanomismo, ovvero la possibilità che medici risultino solo sulla carta presenti in farmacia per vaccinare". Così Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).

"Nella nostra regione i medici di famiglia sono un perno essenziale e sono fortemente e unitariamente coinvolti con un impegno condiviso di raggiungere un obiettivo senza precedenti ovvero di somministrare 1,5 milioni di dosi di vaccino. Non vedo nulla di male per la restante parte di oltre 900 mila dosi di coinvolgere in sicurezza tutti gli attori del sistema sanitario a partire dai nostri centri vaccinali, dai drive-in e anche le farmacie consentendo loro, questo prevede l’ordinanza, in presenza dei requisiti tecnici e di sicurezza oltre la vendita anche l’organizzazione di un servizio di somministrazione, nel rispetto delle loro competenze, con conseguente assunzione di responsabilità", ha risposto l'assessore D'Amato.

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