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Il racconto dell’ex pornostar Waima Vitullo: “Il mio ex mi minacciava e voleva uccidermi”

“Sparo a tua madre appena si affaccia al balcone, se non mi rispondi. Hai le ore contate, puttana di merda. Sono armato, ti uccido oggi”, è uno dei tantissimi messaggi inviati a Waima Vitullo dall’ex.
A cura di Enrico Tata
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"Sparo a tua madre appena si affaccia al balcone, se non mi rispondi. Hai le ore contate, puttana di merda. Sono armato, ti uccido oggi". È solo uno dei tantissimi messaggi che Waima Vitullo, ex pornostar, ha ricevuto dal suo ex. Circa 600 sms al giorno, appostamenti, minacce continue. "Una sera ho dovuto chiamare la polizia perché per un motivo stupido ha iniziato a sbattersi la testa sull'armadio e ha cominciato a scendere e a salire dal letto. Lì ho capito che alcuni segnali che avevo colto in passato avevano un senso", ha raccontato Vitullo. Questo è stato l'episodio che l'ha convinta a lasciarlo. L'uomo è stato condannato a due anni di reclusione e fra un anno tornerà in libertà.

La donna ha ricordato le terribili minacce subite in un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. Il consiglio alle altre vittime di violenza è quello di "parlare, parlare sempre di quello che ci accade anche a un estraneo. Mai sentirsi in colpa e andare subito dalle forze dell’ordine. E se c’è chi non ci ascolta, non arrendiamoci e non vergogniamoci di noi stesse ma continuiamo a cercare chi possa aiutarci. A me è andata bene proprio perché ho deciso di andare più volte in polizia e poi ho anche avuto la fortuna di incontrare le operatrici dell’associazione “bon’t worry” e la loro presidente Bo Guerreschi che hanno seguito il mio percorso e mi hanno consigliato cosa fare".

La sorella e la zia del suo ex, racconta ancora Vitullo, "sono mie sostenitrici, sono al mio fianco nel percorso di denuncia e mi hanno detto che sono sempre pronte ad ascoltarmi. Una rete tra donne che mi dà speranza e che va oltre i legami di sangue. La vicinanza di due donne parenti dell’uomo che ha stravolto la mia vita è secondo me un atto rivoluzionario e dovrebbe farci riflettere su come la solidarietà tra donne possa essere un rimedio alla violenza di certi uomini. Il fronte comune contro la violenza può salvare tante vittime".

Le parenti dell'ex fidanzato, spiega, "mi hanno assicurato che nel momento in cui lui sarà di nuovo un uomo libero mi avviseranno nel caso in cui dovessero notare un atteggiamento che possa mettere a rischio la mia vita. Sono disposte a essere sentinelle del pericolo per me".

E ancora, sul femminicidio di Giulia Cecchettin: "Mi sento molto vicina a Elena, la sorella della povera Giulia Cecchettin. È diventata bersaglio di giudizi continui sul suo modo di vestirsi e per come sta affrontando il lutto ma lei va avanti e sta dimostrando grande caparbia. Anche io sono stata attaccata, quando la mia immagine è uscita sui giornali, per come mi vesto e mi trucco. Per il mio aspetto esteriore. Trovo assurdo le critiche a Elena Cecchettin davanti a una tragedia del genere e a un tema così importante come quello della violenza sulle donne. Ho trovato cattivo il modo in cui sono stata giudicata anche io che stavo cercando di salvare la mia vita".

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