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Il progetto per fare surf lungo il fiume Tevere nel centro di Roma

L’idea è quella di rendere ‘surfabile’ la rapida che si trova sotto l’arcata sinistra di Ponte Garibaldi, uno dei ponti dell’Isola Tiberina.
A cura di Enrico Tata
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La fonte di ispirazione è Monaco di Baviera, dove da quarant'anni non è raro vedere in città ragazzi con la muta e tavola da surf sottobraccio. Sono diretti all'onda dell'Eisbach (foto in alto), all'ingresso dell'Englischer Garten, il parco più importante del capoluogo della Baviera. L'onda è considerata la più grande e quella migliore dove surfare al centro di una grande metropoli.

Qualcuno vuole realizzare a Roma qualcosa di simile sul fiume Tevere. Il surfing su onda fluviale è uno sport acquatico che consiste, ovviamente, nel cavalcare le onde. Ma rispetto a quelle marine, quelle sui fiumi sono stabili in uno stesso punto e sempre uguale a sé stessa. È possibile quindi eseguire manovre ed acrobazie sfruttando le caratteristiche del corso d'acqua. Quella di Monaco di Baviera si trova sull'Eisbach, un affluente del fiume Isaar, che attraversa il centro storico della città.

Prendendo ad esempio l'esperienza tedesca, Asd Roma Adventure ha presentato nei giorni scorsi il progetto ‘Onda statica Tiberina'. L'idea è quella di rendere ‘surfabile' la rapida che si trova sotto l'arcata sinistra di Ponte Garibaldi, uno dei ponti dell'Isola Tiberina. In quel punto, spiega l'associazione "si crea una sequenza di onde con caratteristiche ideali per le pratiche del surfing fluviale".

Il progetto, spiega Uisp, Unione Italiana Sport per Tutti, "intende realizzare il flusso ideale per la formazione dell’onda surfabile modificando opportunamente il profilo morfologico del fondo. L’idea, o meglio il suggerimento progettuale, intende far conoscere agli enti di riferimento un’originale proposta di fruizione ludico sportiva del fiume il cui costo, se realizzata congiuntamente ad altre opere di difesa idraulica fluviale, sarebbe irrisorio rispetto ai benefici. Rimane indubbiamente la questione legata alla qualità delle acque, che sia reale o percepita, per la quale comunque gli enti di cui sopra dovrebbero operare a prescindere".

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