Il prof del Pirelli e il selfie con saluto romano: “Non ho visto, io antifascista ed ero nel Pd”
Racconta la sua versione dei fatti il professore di Storia e Filosofia dell'istituto Pirelli, al Tuscolano, ritratto con alcuni suoi studenti mentre fanno il saluto romano. In alcuni video lo stesso prof parla di "pornazzi" e diverse persone lo hanno accusato di aver discriminato alunni gay e stranieri.
In un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica il docente dice: "Quando è stato scattato il selfie con le braccia tese, io non avevo il braccio alzato. Da dietro si vedeva solo gente che salutava. Il saluto da parte mia non c’è mai stato, in nessun modo. Sono convintamente antifascista, sono stato segretario dei comunisti italiani e vicesegretario del Partito Democratico in Abruzzo. Sono stato insultato dai fascisti, che mi hanno anche sputato addosso".
Agli alunni ha chiesto di cancellare la fotografia e li avrebbe anche sanzionati. "L’ho fatto. Ma più che rimproverarli, cosa posso fare? Li picchio? Si tratta di ragazzi di 18 anni che il saluto romano lo fanno a scopo provocatorio". E ancora: "Spiegare quant'è grave quel gesto? Lo dico in continuazione, la mia tradizione è totalmente all’opposto. Se lo continuano a fare, io non so come agire…".
Quanto alle testimonianze di presunti atteggiamenti omofobi e razzisti, il docente dice: "Forse erano i ragazzi che scherzavano tra di loro. Io sono estraneo a queste vicende, non ne voglio sapere nulla, risponderò a chi di dovere. Al ragazzo filippino ho messo 10, era bravissimo e preparatissimo".
Sulle presunte frasi pronunciati dal professore e sugli scatti riportati ieri sul quotidiano La Repubblica l'Ufficio scolastico regionale del Lazio ha aperto un'indagine ufficiale. E sulla vicenda si è anche espresso il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che ha commentato con queste parole quanto denunciato: "Roma non può tollerare atteggiamenti discriminatori e fascisti come quelli compiuti da un professore dell’Istituto Pirelli al Tuscolano. Mi aspetto che si faccia rapidamente chiarezza rispetto a quanto accaduto, perché certi comportamenti vanno sempre condannati e sanzionati, soprattutto se a compierli è un insegnante. Preoccupa l’aumento di episodi di razzismo e di omofobia, assistiamo a belle feste calcistiche che gruppi di esaltati provano a trasformare in adunate e vediamo scuole che diventano palcoscenico per gesti neofascisti".