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Il problema degli 80 gatti che vivono nell’aeroporto di Fiumicino: “Vanno spostati, rischiano di morire”

Nello scalo di Fiumicino vivono almeno ottanta gatti randagi, che ogni giorno rischiano di morire schiacciati da mezzi di lavoro sulle piste. Oltre a essere un problema per la sicurezza aerea.
A cura di Natascia Grbic
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L'aeroporto di Fiumicino ha un problema: almeno ottanta gatti randagi che vivono all'interno dello scalo. Un vero e proprio problema da ogni punto di vista, sia quello della sicurezza aerea, sia quello del benessere animale. Sulle piste di Fiumicino passano decollano e atterrano ogni giorno decine e decine di aerei, e la presenza di animali è un ostacolo alla sicurezza e all'incolumità delle persone. Ma è pericoloso anche per gli stessi gatti, tanto che ogni giorno qualcuno di loro muore schiacciato dai mezzi di lavoro.

La situazione è talmente urgente che si è voluto convocate un tavolo con il comune di Fiumicino, la Asl Roma 3 e Aeroporti di Roma. A chiederlo è stato il consigliere delegato a Transizione ecologica e Tutela degli animali della Città Metropolitana di Roma Capitale, Rocco Ferraro, che si è anche impegnato a trovare un terreno dove trasferire gli animali. Si tratta di esemplari che negli anni, complice la mancanza di dissuasori e la presenza di isole ecologiche non trattate in modo adeguato, si sono trasferiti all'interno dello scalo, proliferando in maniera incontrollata. L'impossibilità per le associazioni di accedervi, ha fatto sì che nessuno di quei gatti è stato sterilizzato, con la conseguenza che la popolazione è cresciuta a dismisura, raggiungendo almeno le ottanta unità. Adesso però c'è un'esigenza: quella di spostarli.

"Dopo aver vagliato diverse proposte, tra cui la possibilità del gattile che però è stata scartata fin da subito vista la forasticità e inadottabilità di quei gatti che li costringerebbe ad una vita reclusa in gabbia, si è parlato di un loro possibile trasferimento in un'area verde idonea da adibire ad oasi felina, dotata di tutti i requisiti (reti antifuga, allaccio alla corrente , allaccio alle fognature, sistema di controllo mediante telecamere, locali degenza per le quarantene… ) – si legge nella petizione lanciata dalla consigliera Simona Novi per salvare i gatti dell'aeroporto – Il trasferimento permetterebbe la cattura di questi gatti, la loro sterilizzazione, la microchippatura, le verifiche FIV e FELV ed eventuali cure sanitarie".

Un'area sarebbe stata individuata e sono in corso le trattative con il proprietario del terreno per acquisirlo e adibirlo a colonia felina. C'è però un problema: questi gatti vanno catturati. Uno dei modi per farlo è quello di mettere del cibo in alcuni punti dello scalo, ma Aeroporti di Roma, dati i problemi che questa scelta comporterebbe per la sicurezza, preferisce optare per altri soluzioni. A dirlo è sempre la consigliera Novi, che chiede ad Aeroporti di Roma di rivedere la sua decisone. "Lo spazio è talmente grande che gli animali si stanno disperdendo rischiando di morire di fame o di mettersi in situazioni di pericolo nella disperata ricerca di cibo – scrive la consigliera – Le colonie presenti sono esterne alla recinzione del sedime aeroportuale, separate da una fitta rete di strade che circonda l'aeroporto e di non facile raggiungibilità per gli animali.Chiediamo alla società Aeroporti di Roma di non irrigidirsi ora che siamo al miglio finale: è stato individuato uno spazio, il Comune sta interagendo con il proprietario del terreno e in tempi accettabili sarà recintato in modo da poter iniziare le catture ed il trasferimento. Stringiamoci tutti verso questa soluzione, non ostacoliamo l'alimentazione dei gatti, propedeutica anche alla loro cattura per il trasferimento, e non criminalizziamo animali sfortunati e abbandonati che non hanno chiesto di ritrovarsi in questa situazione".

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