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Il pasticcio sulle metropolitane di Roma: tutto bloccato, fermi i progetti per i prolungamenti

Situazione di stallo completo per un contenzioso tra Roma Metropolitane e il consorzio Metro C di oltre 754 milioni.
A cura di Enrico Tata
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Sul tema delle metropolitane, ha dichiarato recentemente l'assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè, "abbiamo la prosecuzione delle linee C, della B e della A e la realizzazione della Metro D. Oltre questo non si può realizzare. Abbiamo 754 milioni di contenzioso sulla metro C che se non risolviamo non possiamo realizzare. Oggi Roma si trova in questa situazione. L'intenzione è quella di fare un nuovo accordo. Abbiamo individuato una cabina di regia fatta con Ad Fs e direttore Campidoglio per individuare le priorità di Roma. Senza risolvere i 754 mln di contenzioso tra Roma Metropolitane e Metro C, la Corte dei Conti non mi fa risolvere la liquidazione di Roma Metropolitane e senza risolvere la liquidazione di Roma Metropolitane non posso affidargli nuove commesse ovvero nuove progettazioni e nuove opere come stazione appaltante”.  Insomma una situazione di stallo completo per un contenzioso tra Roma Metropolitane e il consorzio Metro C di oltre 754 milioni. Una situazione che non permette al Campidoglio di intervenire sulla liquidazione della municipalizzata e che di fatto blocca la partenza delle progettazioni dei prolungamenti non solo della Metro C, ma anche delle linee A e B.

Il comitato ‘Salviamo la Metro C' fa notare che la crisi di Roma Metropolitane "incide non soltanto sugli sviluppi futuri della Metro C. La stazione appaltante della Linea C, infatti, oggi lavora a ranghi ridotti e appena sufficienti a garantire la prosecuzione dei cantieri della tratta T3. Ciò vuol dire che oggi Roma non ha una stazione appaltante per implementare le metropolitane del PUMS.Proprio perché le metropolitane richiedono tempi di implementazione pluriennali è necessario partire da subito con tutte le azioni necessarie e ulteriori slittamenti non possono essere accettati in una città che da 10 anni non apre un cantiere metro.D'altra parte, questa matassa implica anche che Roma non ha una stazione appaltante anche per completare quelle opere più "piccole" o "accessorie" alle linee, di più breve termine (massimo uno o due anni) ma sempre molto impattanti sull’attrattività del trasporto pubblico".

Il 3 giugno scorso anche la Corte dei Conti si era espressa duramente in merito alla gestione delle società da parte del Campidoglio. Su Roma Metropolitane erano state rilevate "diffuse e reiterate criticità nella gestione del rapporto finanziario e contabile con il socio pubblico, con conseguente inattendibilità dei bilanci di esercizio 2016 – 2018". L'azienda avrebbe inoltre approvato bilanci che risultano connotati "da criticità che rendono di dubbia attendibilità la situazione economico – patrimoniale esposta". Il Campidoglio, infine, avrebbe mantenuto un atteggiamento contraddittorio "nelle scelte di razionalizzazione di tale Società, con oscillazioni tra decisioni di segno contrapposto nell’arco di pochi mesi: nel 2019, infatti, viene disposta la messa in liquidazione della Società; nel 2020 se ne ipotizza il risanamento con conseguente revoca dello stato di liquidazione, senza peraltro avere chiarezza della situazione finanziaria di detta Società per la riferita mancata approvazione dei bilanci di esercizio, presupposto invero necessario per la legittimità di ogni scelta da parte del socio pubblico".

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