Il papà di Gaia, morta a Corso Francia: “Aveva paura delle auto, impossibile fosse fuori da strisce”
"Due ragazze sono comunque morte, strappate alle famiglie sotto Natale. C'erano dei progetti che sono terminati. Mi ritorna in mente quasi tutti i giorni il mio essermi ritrovato lì quella sera. Come padre sono dovuto andare a riconoscerla. Mi ritornano in mente i suoi occhi sgranati. E quegli occhi sgranati me li porterò dietro per sempre". A parlare a Fanpage.it è il padre di Gaia, la ragazzina di 16 anni morta lo scorso 22 dicembre 2019 mentre attraversava Corso Francia insieme all'amica, Camilla. Sono parole piene di dolore quelle di Edward Von Freymann, che l'altro giorno ha assistito alla sentenza con la quale Pietro Genovese è stato condannato a otto anni di reclusione per duplice omicidio stradale. Non è stato riconosciuto il concorso di colpa: il giudice ha infatti stabilito che Gaia e Camilla hanno attraversato sulle strisce pedonali. "Conoscendo Gaia sapevo già la verità: non avrebbe mai potuto attraversare col buio, per quale motivo avrebbe dovuto addirittura saltare il guardrail a venti metri dalle strisce? Non aveva senso".
"Gaia non avrebbe mai attraversato fuori le strisce"
La tragedia, per Edward Von Freymann, è partita tutta da lì: dalla responsabile decisione di attraversare sulle strisce pedonali. E proprio nel posto più sicuro della strada, hanno invece trovato la morte, con Pietro Genovese arrivato a 90km/h (il limite è a 50) e con un tasso alcolemico tre volte superiore il consentito. Un evento che non avrebbero potuto prevedere. "Gaia la chiamavamo ‘la bacchettona', era molto più matura dell'età che aveva – continua Edward – Quella sera era certa e sicura che, stando sulle strisce, le macchine si sarebbero fermate". Gaia aveva un motivo per essere particolarmente attenta quando si trovava in strada: suo padre, anni fa, ha perso l'uso delle gambe a causa di un grave incidente automobilistico. E non sottovalutava il codice stradale. "Sono stato due mesi in coma, quindi aveva paura delle macchine e delle moto. Era molto attenta proprio per questo fatto, diceva sempre che aveva paura di morire in strada. Fatalità ha voluto che dovesse morire proprio così".
"Sentenza non ci ripaga della morte di due ragazze"
Il 19 dicembre 2020, a quasi un anno di distanza dalla morte di Gaia e Camilla, Pietro Genovese è stato condannato a otto anni di carcere per duplice omicidio stradale. Tre anni in più di quelli richiesti dal pubblico ministero. Il giudice si è riservato del tempo in più per capire se le due sedicenni avessero attraversato sulle strisce o meno: circostanza che, dalla ricostruzione della procura, non era affatto chiara. Nei giorni scorsi, la svolta: nessun concorso di colpa nell'incidente avvenuto a Corso Francia. "La sentenza la aspettavo da tanto tempo. Sono morte due ragazze, non c'è pena che possa appagare l'animo di un genitore. Non sono io a dover giudicare se 5, 8 o 20 anni siano giusti. È una tragedia per tre famiglie, questo è chiaro". Adesso Edward, ha dalla sua solo i ricordi. "Era Gaia di nome e di fatto. Aveva tanta gioia e voglia di vivere, il suo sogno era viaggiare oltre che diventare psicologa. Le piacevano la moda e i bambini". Sogni che, purtroppo, sono finiti poco dopo la mezzanotte di quel maledetto 22 dicembre.
Simona Berterame
Natascia Grbic