Il papà di Alessia Piperno: “Sta bene, stanotte ha dormito nel lettone tra me e mia moglie”
"Alessia sta bene, questa notte nostra figlia ha dormito nel lettone tra papà e mamma, è tornata piccola", ha raccontato Alberto Piperno. Dopo il rientro in Italia la 30enne romana è rimasta a parlare fino a notte fonda con i genitori e il fratello David, ai quali ha raccontato i 45 giorni trascorsi nel carcere di Teheran in Iran. "Le compagne di cella cambiavano spesso. Ed era difficile comunicare con loro perché parlavano un'altra lingua", ha detto loro Alessia. La cena è stata a base di pasta all'arrabbiata: "Semplice. Come noi".
"Non è stata toccata a livello fisico, a livello emotivo e psicologico è stata pesante, ma non mi va di parlare dei suoi racconti. Non sapeva quando sarebbe uscita, se sarebbe uscita, lei si preoccupava per noi, per la famiglia, aveva paura che tornando io e la madre non ci saremmo stati più, non per lei perché sapeva come stava. Lei è una ragazza forte, l'ho scoperto adesso", ha raccontato ai cronisti il signor Alberto, visibilmente emozionato. E il fratello di Alessia, David, ha aggiunto: "È stato impressionante svegliarsi con lei a casa, finalmente di nuovo tutti insieme". Alessia Piperno partirà di nuovo per i suoi viaggi nel mondo? "Qualche mesetto starà a casa, poi il destino è tutto da scrivere".
"Non so se potrò fare gli auguri di compleanno a papà", si domandava Alessia mentre si trovava nel carcere iraniano. "Quando ho sentito questa frase ho capito che era stata proprio Alessia a dirla. Si preoccupava e parlava della sua famiglia. Ci hanno detto che non capita mai che gli altri detenuti si preoccupino di chi è fuori", ha raccontato il signor Alberto.
"Queste situazioni si risolvono solo nel momento finale: c'era una speranza molto fondata, ma solo alla fine abbiamo potuto essere sicuri che era finita bene per Alessia", ha dichiarato al Tg3 Giuseppe Perrone, l'ambasciatore italiano in Iran. "L'ho incontrata una sola volta, una situazione molto rara, perché di solito ai detenuti in Iran, prima del processo, non vengono concesse le visite consolari. Non era ammanettata. Credo che per lei sia stata una visita importante perché era la prima volta che incontrava un italiano che venisse dal di fuori del carcere. Lei è stata bene dal punto di Vista fisico, ma psicologicamente la detenzione l'ha provata molto", ha aggiunto il diplomatico.