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Il padre di Giorgia dimenticata in auto e morta: “Vicino al papà di Roma, il dolore non passa mai”

Daniele Carli è un altro padre che ha lasciato sua figlia in auto ed è morta. È vicino al papà romano che ha dimenticato la sua bimba in macchina: “Pronto a sostenerti, il dolore non passa mai”.
A cura di Alessia Rabbai
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"Sono a disposizione del papà carabiniere, che ha perso sua figlia a Roma. Se vorrà gli starò vicino. Il dolore purtroppo non passa mai, ma con il tempo si impara a conviverci". Sono le parole di Daniele Carli, ingegnere quarantanovenne originario di Scarlino, in provincia di Grosseto, intervistato da Il Tempo sui drammatici fatti di cronaca accaduti mercoledì scorso 7 giugno a Roma. Un padre che doveva accompagnare sua figlia di un anno all'asilo nido prima di andare al lavoro, ha parcheggiato l'auto in zona Cecchignola e l'ha dimenticata chiusa dentro per ore. Quando sua moglie, che sarebbe dovuta andare a prendere la piccola, si è accorta che dalle maestre non è mai arrivata, ha guardato sul seggiolino e l'ha trovata morta.

"Non lasciate solo questo padre"

Daniele, che ha vissuto sulla sua pelle questa drammatica esperienza e il dolore che ne consegue, spiega: "La prima cosa da fare è non lasciare solo questo padre, ma serve l'affetto di amici e parenti". La sua bambina, Giorgia, è morta il 18 maggio di cinque anni fa, anche lei dimenticata dal papà in macchina nel parcheggio dell’azienda in cui lavorava. Perdere una figlia della quale come genitore si provoca involontariamente la morte "è un dramma famigliare, un abisso con il quale faccio i conti ogni giorno" ha detto.

"Il dolore diventa qualcosa che ci appartiene"

Daniele ha spiegato che non ci sono ricette per affrontare una tragedia simile ma che "avere persone accanto che ti sostengono e non ti abbandonano al dolore è fondamentale". La speranza di Daniele che gli ha permesso di affrontare la sua vita giorno per giorno a piccoli passi sono state le persone che gli vogliono bene, la sua famiglia e la sua figlia più grande. Poi ne è nata un'altra. Ma il dolore, Daniele spiega "non passa mai. Va metabolizzato, diventa un qualcosa che ci appartiene. Anche se la vita va avanti".

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