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Il padre di Antonello, morto in un incidente la notte di Capodanno: “Guardava sempre il cellulare”

Fabio Mochi è il disperato padre di Antonello, il giovane morto la notte di Capodanno a Roma. Vuole che quella del figlio non sia ‘una morte inutile’ e chiede misure di sicurezza più severe per chi si mette alla guida.
A cura di Natascia Grbic
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"Quando mi sono alzato verso le nove e non l’ho visto girare per casa, ho subito capito che fosse successo qualcosa di grave. Poi sono venuti i rappresentanti delle forze dell’ordine. Hanno chiesto a me e mia moglie di accompagnarli in ospedale. Allora abbiamo sperato che non gli fosse successo niente di irreparabile. Ma quando mi hanno chiesto di voltare per un corridoio, anziché andare dritti, mi è crollato il mondo addosso"A parlare, in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, è Fabio Mochi, il padre di Antonello, il giovane morto la notte di Capodanno in un incidente stradale a Roma. L'uomo, distrutto dal dolore, ha deciso di parlare perché quella del figlio non sia "una morte inutile".

"Cosa sia successo la sera dell’incidente non lo so. Però mio figlio Antonello era un irresponsabile con il telefonino. Tante volte io e mia moglie lo abbiamo rimproverato per l’uso che ne faceva. Lui, come molti giovani, non capiscono che i cellulari alla guida sono oggetti pericolosi. Per rispondere a una chiamata o a leggere un messaggio, si può morire o diventare colpevoli di tragedie che ti segnano per il resto della vita. E poi non metteva la cintura di sicurezza, l’altro motivo di grandi arrabbiature".

La dinamica dell'incidente in cui è morto Antonello Mochi, 27 anni e una professione come cuoco in un locale a Porto Fluviale, è ancora da chiarire. La sua Smart ha prima urtato una Fiat 500 con a bordo quattro ragazzi e poi è carambolata contro un albero posto al centro di uno spartitraffico. Portato all'ospedale San Camillo, è deceduto poco dopo a causa delle gravi ferite riportate. Lunedì prossimo si terranno i suoi funerali.

Per Fabio Mochi, una delle soluzioni sarebbe quella di inserire nelle auto sistemi che impediscano l'uso del cellulare per chi guida, ma anche di un alcolock, in modo che chi ha bevuto sia impossibilitato ad avviare la macchina. "Antonello era una persona piena di vita. Aveva mille idee, gli piaceva stare con la gente. Avrebbe regalato tanta felicità a tutti, come ha fatto sempre con noi".

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