Il museo e la città, Giovanna Melandri: “Finalmente Roma Capitale entrerà nel MAXXI”
A Roma sembra non succedere mai niente, tanto che il rifacimento di un marciapiede o la potatura di un'aiuola assurgono a valore di notizia. Per questo vedere una conferenza stampa con tre ministri (presenti Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Enrico Giovannini) e il sindaco della Capitale per presentare un progetto che investe una delle più importanti istituzioni culturali della città è un evento eccezionale. La presidente della Fondazione MAXXI Giovanna Melandri ha pazientemente ma instancabilmente tessuto una rete di interessi istituzionali e partnership per arrivare a presentare il progetto del Grande MAXXI, che sembra dare delle indicazioni importanti sia per il futuro di una delle più importanti istituzioni culturali in Italia, quanto su questioni sulla bocca di tutti come riconversione energetica e rigenerazione urbana, che rischiano di essere però nella maggior parte dei casi solo degli slogan.
Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo edificio sostenibile, che si chiamerà MAXXI Hub che ospiterà un centro di ricerca, spazi dedicati al restauro e alla formazione, e per il quale è stato già bandito un concorso d'idee. Nascerà anche una grande fascia di verde attrezzato, tra orti urbani e valorizzazione dell'area circostante il museo. Il Grande MAXXI ha poi l'obiettivo di raggiungere la carbon neutrality, facendo un upgrade energetico dell'edificio Zaha Hadid, e realizzazione di un museo accessibile e intelligente, inclusivo grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie.
Un cambiamento ambizioso, che sembra accadere a Roma senza che questo la riguardi. "Fino ad oggi il MAXXI con la dimensione amministrativa della città di Roma non ha mai avuto relazioni. – spiega Melandri – Non lo dico con polemica ma è un dato di fatto. Il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato con nostra grande soddisfazione che intende entrare come municipalità nella Fondazione MAXXI". Ma che rapporto ha il museo con la città dove risiede? "Il MAXXI è un'istituzione di livello nazionale ma anche europeo. Ma ci tengo a sottolineare che il rapporto con Roma è stato oggetto di una politica non è casuale. Siamo usciti anche dal confine del museo perché siamo arrivati fino in via Oslavia, dove abbiamo reso fruibile al pubblico la casa storica dove ha vissuto Giacomo Balla con la sua famiglia, una casa-opera che è sta l'officina del maestro futurista".
E anche la pandemia ha costretto in qualche modo il museo a guardare alla città con più insistenza. "Dal lockdown ad oggi abbiamo ricostruito un rapporto sentimentale con Roma, e lo raccontano i risultati di pubblico dell'ultimo anno superiori a quelli del 2019 anno pre pandemia. Ricordiamo che la collezione nazionale è visitabile gratuitamente, e a queste si affiancano grandi mostre come quella di Sebastião Salgado allestita in questo momento. La città si è forse finalmente accorta di noi, e noi abbiamo fatto un grande lavoro anche durante i mesi della chiusura per ricostruire questo legame un lavoro sotterraneo ma adesso visibile. Oltretutto il Grande MAXXI interverrà con un importante intervento di riqualificazione urbana in un quadrante della città in trasformazione, come segnala anche la scelta dell'amministrazione di andare avanti con il progetto della Città della Scienza".