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Il ministro Valditara sul prof del Pirelli: “Non un fascista, è del Pd”. Ascani: “Uscita da militante Lega”

Il ministro Valditara punta il dito su Anna Ascani, esponente dem e vicepresidente della Camera: “Quantomeno per il ruolo ricoperto avrebbe dovuto usare maggiore prudenza e toni più misurati e istituzionali”. Ascani: “Quando tornerà a fare il militante semplice del partito di Salvini potrà concedersi uscite come questa. Fino ad allora lei rappresenta la scuola. Tutta. E ha il dovere di tutelarla”.
A cura di Enrico Tata
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Su X anche il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha commentato la vicenda del professore dell'Istituto Pirelli di Roma. Il docente è stato fotografato con alcuni studenti che facevano il saluto romano, ma oggi al quotidiano La Repubblica ha affermato di essere antifascista ed ex dirigente del Pd abruzzese.  

"Ormai è certo: il famigerato professore "fascista" dell'istituto Pirelli, che ha indotto numerosi esponenti del PD e del M5S a paventare il rischio di un dilagare di episodi di fascismo a scuola, è in realtà un ex dirigente del PD abruzzese. Non solo: è anche un convinto antifascista. Chi si è precipitato a chiedermi dichiarazioni di condanna e di stigma verso il "pericoloso eversore" ha fatto una pessima figura", ha commentato Valditara.

Il ministro ha poi puntato il dito su Anna Ascani, esponente del Pd e vicepresidente della Camera: "Quantomeno per il ruolo ricoperto avrebbe dovuto usare maggiore prudenza e toni più misurati e istituzionali. Chiarito che il docente non è un pericoloso fascista, l'ufficio scolastico del Lazio verificherà ora se realmente il professore ha usato espressioni omofobe e razziste".

Ascani ieri aveva scritto, chiedendo al ministro di esprimersi sulla vicenda: "Espressioni razziste e omofobe, comportamenti volgari, saluti fascisti. Così un professore di un istituto romano. Valditara, il ministro castigatore, quello delle punizioni e della scuola-caserma che dice? Non pervenuto. Su episodi tanto gravi non può cavarsela tacendo".

E oggi, rispondendo a Valditara, Ascani ha sottolineato: "Spero di aver capito male. Ha davvero aspettato di verificare che partito voti il professore prima di stigmatizzare immagini, espressioni e comportamenti? Dunque se il professore fosse stato un elettore della Lega o di un altro dei partiti che sostengono il suo governo lei sarebbe rimasto in silenzio?".

La vicepresidente della Camera ha ribadito di aver chiesto, "con parole che la invito a rileggere, di condannare i fatti. Così come altre volte non ha esitato di fronte a episodi molto meno gravi. Guadagnandosi sul campo l'epiteto di ministro castigatore. Eppure lei non ha ritenuto di dire una sola parola fino a quando non ha trovato il modo di farne occasione per una polemica sciocca, che rivela casomai un uso di pesi e misure diversi inquietante. Se dovesse capitare ancora di trovarsi di fronte a fatti come quelli, ministro, non aspetti di verificare l'eventuale appartenenza politica di chi ne è protagonista prima di difendere l'onorabilità della scuola e i suoi studenti".

"Quando tornerà a fare il militante semplice del partito di Salvini – ha concluso Ascani – potrà concedersi uscite come questa. Fino ad allora lei rappresenta la scuola. Tutta. E ha il dovere di tutelarla".

Sulle parole di Valditara si è espressa anche la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, Vicepresidente della I Commissione Affari Costituzionali alla Pisana e prima firmataria della proposta di legge per l’inserimento dei valori dell’Antifascismo e della Resistenza nello Statuto della Regione Lazio: "Al ministro dell’Istruzione Valditara sfugge la cosa essenziale sul caso dell’Istituto Pirelli di Roma: il punto non è la tessera di partito, o ex partito, del docente ma è l’ipotesi di un suo comportamento inopportuno e antidemocratico in classe, che sarebbe grave a prescindere dal suo credo politico, visto che i principi Costituzionali, come appunto l'Antifascismo, sono per definizione al di sopra di ogni appartenenza politica proprio perché tutti i partiti sono chiamati a rispettarli. Non alcuni sì e altri no. Questo è l’aspetto fondamentale su cui ci si aspetta che un ministro della Repubblica Italiana, che ha giurato lealtà alla Costituzione, si attivi con parole di condanna, e garantendo le opportune verifiche, invece di indugiare in sterili polemiche strumentali".

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