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Il magistrato Lupacchini su Marcellone Colafigli: “All’arresto sul comodino aveva il codice penale”

“Colafigli si documentava e studiava. Dotato di violenza e carisma, era uno dei capi più rispettati”. È quanto spiega il magistrato Otello Lupacchini intervistato da Fanpage.it dopo l’arresto dell’ex boss della Banda della Magliana per spaccio.
A cura di Simona Berterame
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A sinistra il magistrato Otello Lupacchini (foto da Facebook), a destra Marcellone Colafigli.
A sinistra il magistrato Otello Lupacchini (foto da Facebook), a destra Marcellone Colafigli.

Questa mattina è scattato l'arresto per Marcello Colafigli, ex e ultimo boss della Banda della Magliana. Secondo le indagini, il Bufalo di Romanzo Criminale, ormai settantenne, gestiva le piazze di spaccio nel quartiere. Aveva ricevuto diverse condanne all'ergastolo, ma si trovava in semilibertà. Cosa rappresenta questo nuovo arresto, per lei che da anni segue la Banda della Magliana.

Rappresenta quello che io ho sempre sostenuto, certe professionalità non si perdono ma si riciclano anche con gli anni. Diciamo che ai vertici delle associazioni arrivano soltanto persone di un certo livello: si avanza per merito e non per raccomandazioni. Chiaramente quando si acquisiscono "certi meriti" poi si trova il modo di riutilizzarli. Il carisma alcune volte ha poco peso. È sicuramente la fama incongrua di certi soggetti a giocare un ruolo attivo nelle riciclaggio della professionalità stessa.

Quindi si tratta di una persona che oggi su Roma contava ancora qualcosa.

Se è stato arrestato, ritengo ci siano le condizioni per farlo. Tutto è possibile, chiaramente anche che la cosa non abbia fondamento. Ma se si è ritenuto di arrestarlo, sicuramente devono esserci degli elementi accertarti. Da verificare le condizioni per una futura responsabilità penale sui fatti a cui fanno riferimento gli inquirenti. Occorre fare una distinzione fra la professionalità e il carisma, il criminale vero o presunto costruito mediaticamente o reale di cui il personaggio gode.

Sicuramente spetta agli organi preposti fare chiarezza. Ma da quello che emerge oggi si era davvero reinventato, nonostante l'età.

Può darsi, non sarebbe l'unico esempio. C'è chi ad 80 anni continuava a spacciare dopo aver vissuto in giovinezza una carriera criminale tutto rispetto. Come ci sono casi e più persone che invece escono definitivamente la giro, ma per una scelta di non reinvestire il proprio carisma e la propria professionalità. E poi c'è chi viene "pizzicato" a ripetere esperienze passate in contesti che si sono modificati col tempo, con rapporti di forza diversi tanto che non si può oggi parlare di ricostituzione della Banda della Magliana ma sicuramente di riciclaggio di una professionalità in un settore in cui questa professionalità si è rivelata eccellente.

Oggi è stato arrestato Colafigli. In molti conoscono la figura di Bufalo di Romanzo Criminale, ispirata a lui. Ne conoscono il personaggio. Ci racconta, invece, chi era veramente Marcellone all'epoca della Banda della Magliana?

Un'immagine resta esemplificativa per descriverlo. Quando venne arrestato durante l'operazione Colosseo, che portò poi alla fine della Banda della Magliana, sul suo comodino fu trovata un volume di procedura penale di Cordero nell'ultima edizione fino a quel momento pubblicata. Si tratta  della procedura penale di uno dei più grandi Giuristi che abbia avuto l'Italia. Questo ci dà indubbiamente la misura del personaggio, che non lasciava nulla al caso.

Questo ci suggerisce che dietro a ciò che faceva c'era uno studio?

Sì, sapeva quel che faceva. Sì, documentava, studiava. Era in grado di capire aveva tutta una serie di relazioni. E questo, unito ad una determinazione alla violenza molto spiccata, ne faceva un personaggio temibile e, al tempo stesso, rispettabile: aveva grande influenza anche con gli altri capi della Magliana.

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