Il M5S a Roma è spaccato: una parola di Conte e la ricandidatura di Virginia Raggi salta
Il Movimento 5 Stelle romano è ormai pronto a deflagrare. Ieri se ne sono andate altre due consigliere: Agnese Catini e Simona Ficcardi hanno detto addio al Movimento 5 Stelle al momento di approvare il bilancio. La prima ha annunciato che seguirà un'altra ex grillina, la presidente del VII Municipio Monica Lozzi, mentre la seconda è probabile che approderà nel centrosinistra. E tra chi se ne va e chi si ribella la maggioranza di Virginia Raggi è sempre più risicata. Il nodo del dibattito è sempre lo stesso da mesi: la ricandidatura di Virginia Raggi per un secondo mandato, o in alternativa l'apertura di un confronto programmatico con il Partito Democratico e le altre forze del centrosinistra. Impossibile che le due cose vadano di pari passo: o la sindaca fa un passo indietro, o la nascita di un'alleanza non è praticabile: impensabile chiedere ai dem di convergere sul nome di Raggi sul cui operato il giudizio è stato espresso numerose volte e senza possibilità di appello.
La sindaca è uscita allo scoperto per rispondere ai continui bombardamenti, con una proposta chiara che allo stesso tempo accusa i vertici e non solo di "giochi di palazzo" e "ambiguità": sottoporre la sua ricandidatura al voto degli iscritti su Rousseau. Una proposta che i cinque consiglieri ribelli del Piano di Roma Enrico Stefàno, Donatella Iorio, Alessandra Agnello, Marco Terranova e Angelo Sturni che tornano a chiedere esplicitamente un tavolo di confronto con le stesse forze che hanno dato vita al secondo governo Conte: "Le forze politiche dell'alleanza per lo sviluppo sostenibile M5S, PD e LEU devono produrre una piattaforma programmatica costituente per definire un Piano per Roma per i prossimi cinque – dieci anni. Si apra da domani tavolo politico su Roma della coalizione progressista insieme al Movimento Cinque Stelle che possa proseguire la strada intrapresa dal secondo Governo Conte, per condividere insieme temi, nomi e squadra".
Ormai sembra certa la scelta di Roberto Gualtieri di candidarsi a sindaco di Roma. Per l'ufficialità si aspetta di capire con precisione i confini della coalizione, se la convergenza con il Movimento 5 Stelle è una possibilità concreta, e se le primarie online sono un passaggio irrinunciabile (e dalle parole di Nicola Zingaretti sembrerebbe di sì). Ma soprattutto potrebbe essere dirimente una spinta dell'ormai ex premier Giuseppe Conte che potrebbe intervenire nel dibattito, non tanto con un endorsement diretto per Roberto Gualtieri, quanto ribadendo la necessità che l'esperienza dell'alleanza continui non solo nell'intergruppi parlamentare ma anche alle prossime elezioni amministrative. E a quel punto per Virginia Raggi resistere sarebbe sempre più difficile.