Il Lazio torna in zona gialla, D’Amato: “Nessuna forzatura, ma zona bianca obiettivo lontano”
"Sono sempre stato fiducioso che saremmo tornati in giallo. Con questi numeri sarebbe stata una forzatura lasciare la Regione Lazio in fascia arancione ancora una settimana. Una forzatura legata a una mera interpretazione tecnico-giuridica più che a un’evidenza epidemiologica". L'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato commenta così, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, il ritorno in zona gialla. Un ritorno dato in bilico fino all'ultimo minuto e lo stesso assessore ammette che c'è "stata un po' di suspence", che nulla insomma era certo anche se gli indicatori secondo l'assessore parlavano chiaro.
"I requisiti c’erano tutti: il valore Rt al di sotto della media nazionale; l’incidenza bassa, precisamente a 275 casi per ogni 100mila abitanti; le Terapie intensive e l’area medica sono rimaste sotto la soglia di attenzione; e poi un cambiamento di scenario, da rischio alto a moderato. Persino i focolai in una settimana sono quasi dimezzati: da 316 a 166, quasi tutti familiari. La zona gialla era coerente con i dati registrati", aggiunge.
Un segnale positivo dunque dopo quindici giorni, ma non vuol dire un tana libera tutti:riapriranno bar e ristorante a pranzo e fino alle 18.00, così come i musei e le mostre, ma è fondamentale non abbassare la guardia e mantenere il distanziamento sociale, soprattutto di fronte al possibile diffondersi di varianti più contagiose del virus come quella inglese. Nessuna previsione dunque su quanto il Lazio potrà restare in zona gialle, ma la certezza che la strada è ancora lunga e la zona bianca un obiettivo lontano: "L’importante adesso è un respiro di lungo periodo. Altrimenti se abbassiamo la guardia si rischia di ritornare punto e accapo, con le stesse restrizioni che abbiamo avuto in queste ultime due settimane".