Il Lazio si prepara al picco dei contagi: stimato fabbisogno di 5300 posti letto Covid
Nella prima ondata della pandemia da coronavirus il numero di contagi nel Lazio è stato contenuto, cosa che ha permesso alla rete ospedaliera di non andare in eccessivo sovraccarico come accaduto invece in Nord Italia. La situazione ora è molto diversa. Negli ultimi tre mesi, a partire dalla seconda metà di agosto, il quadro epidemiologico dell'infezione da SARS-CoV-2 mostra un graduale aumento dei casi fino alla prima metà di settembre, e successivamente una rapida ascesa della curva. Un incremento che ha portato a un incidenza di 181,3 casi ogni 100mila abitanti: a essere maggiormente colpite sono le persone più anziane, ma rispetto alla prima ondata si sono avuti molto più contagi nella fascia di popolazione al di sotto dei trent'anni. Le persone che presentano sintomi sono circa il 50% del totale. La proporzione di casi testati per presenza di sintomi è di circa il 30% nelle ultime due settimane rispetto al 20% delle prime settimane di settembre. Raddoppiato anche il numero dei focolai, che per l'89% sono domestici.
Pazienti covid in pronto soccorso quadruplicati in un mese
Questo incremento di casi ha ovviamente avuto ripercussioni sulla rete ospedaliera regionale, soprattutto dal mese di settembre. Secondo i dati forniti dalla Regione Lazio, si è avuta una riduzione del numero di accessi in pronto soccorso del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Parallelamente, il 20% in più degli ingressi ha come esito il ricovero o il trasferimento. Nel mese di ottobre, i casi in valutazione e i casi confermati Covid arrivati in pronto soccorso, sono aumentati di quattro volte rispetto al periodo precedente.
Triplicati accessi al pronto soccorso
Nell'ultima settimana di ottobre c'è stato un notevole incremento di accessi al pronto soccorso per Covid-19: 1531, ossia il doppio del picco di marzo, e tre volte quello avuto nello stesso periodo dei due anni precedenti. Contrariamente a quanto avvenuto durante il lockdown, non c'è stata una diminuzione degli accessi per altri traumi. La necessità di ricoveri delle polmoniti da Covid-19 sulla rete ospedaliera ha determinato una
condizione di sovraffollamento dei pronto soccorso regionali, con una ripercussione importante sulla gestione dei mezzi territoriali e il blocco del mezzi del 118, con le lunghe file che ormai vediamo quasi giornalmente davanti gli ingressi degli ospedali del Lazio.
Stimato un fabbisogno di 5.300 posti letto
Nel documento diffuso dalla Regione Lazio riguardo l'organizzazione della rete ospedaliera, le autorità hanno stimato un fabbisogno prudenziale di circa 5.300 posti letto a regime per tutta la regione, da organizzarsi all'interno di aree multidisciplinari che vanno individuate in ciascun ospedale. Le strutture preposte all'assistenza dei pazienti Covid devono:
- ricorrere a misure di isolamento di coorte
- assicurare per via naturale o meccanica i ricambi d'area nelle aree assistenziali. Queste devono essere individuate dalla Direzione sanitaria, che deve anche individuare i percorso di sporco/pulito e le aree di vestizione per gli operatori. Dove non sia possibile evitare aree promiscue, bisognerà adottare misure sostitutive, come le sanificazioni
- nelle procedure che generano aerosol è raccomandato un "ambiente con ventilazione naturale o meccanica che assicuri ricambi d’aria e possibilmente pressione negativa" e la "sostituzione delle mascherine chirurgiche, nella stanza vanno utilizzati filtranti respiratori FFP2 o FFP3. Vanno inoltre elaborate e implementate (ove non disponibili), procedure che definiscano questi punti:Formazione del personale
Gestione della documentazione clinica
Sanificazione ordinaria e straordinaria
Utilizzo della radiodiagnostica, del laboratorio analisi e degli altri servizi eventualmente necessari
Distribuzione del vitto
Distribuzione dei farmaci
Manutenzione degli impianti di ventilazione, ove presenti
Gestione dei rifiuti
Gestione delle salme