Il Lazio è la prima regione a pianificare il vaccino per gli over 80: sono gli altri in ritardo
La Regione Lazio ha iniziato ieri la pianificazione del piano vaccinale che coinvolgerà gli over 80, considerati la popolazione più a rischio. Dopo il personale sanitario e gli ospiti delle Rsa, il vaccino contro il Covid-19 sarà somministrato per fasce di età secondo un cronoprogramma che prevede a febbraio la somministrazione ai più anziani, poi tra aprile e giugno alle persone tra tra i 60 e i 79.
Fino a questo momento il Lazio è l'unica regione ad aver iniziato la campagna vaccinale della popolazione più anziana, nonostante questo da ieri è montata la polemica (che sta coinvolgendo anche illustri opinionisti) sui presunti ritardi e le disfunzioni legate al sito dove effettuare le prenotazioni. Ed è ovviamente inutile negare che nel "click day" dei problemi ci siano stati: prima lo spostamento alle ore 12.00 della possibilità di connettersi al portale, poi in molti hanno lamentano lentezza e difficoltà nel portare a termine la procedura per il sovraccarico di richiesta.
Rimane il fatto che, come comunicato dal governatore Nicola Zingaretti, a questa mattina gli anziani prenotati sono 80.000 in circa 24 ore, uno su quattro. E se soprattutto in questo frangente così delicato è necessario vigilare su cosa accade, richiedere come indispensabili informazioni chiare e dati accessibili a tutti, va anche sottolineato come a essere in ritardo non è la Regione Lazio ma semmai le altre regioni.
Non sembra accorgersene ad esempio Roberto Burioni quando su Twitter scrive riferendosi alle difficoltà registrate ieri: "Il ritardo di un treno significa arrivare tardi a un appuntamento , cosa grave ma riparabile. Il ritardo nelle vaccinazioni significa che tante persone che potrebbero non morire invece muoiono. Dovremmo stamparcelo bene nella testa, per nulla "serenamente". Non perdiamo tempo". A essere in ritardo è però ad esempio la Regione Lombardia che inizialmente prevedeva la vaccinazione degli over 80 a partire da fine marzo, mentre ieri ha annunciato che anticiperà la somministrazione al 24 febbraio. Nel Lazio invece le prime dosi saranno somministrate da lunedì 8 febbraio, mentre da settimane sono diffuse le informazioni su come prenotarsi e sui soggetti coinvolti.
Il tema è dirimente: il rischio che con le nuove varianti in circolazione e ulteriori mutazioni del virus possano depotenziare gli effetti della campagna vaccinale è una delle maggiori preoccupazione, per questo la polemica in corso appare pretestuosa verso l'amministrazione che fino a questo momento sembra essersi mossa più celermente.
Cronoprogrammi da rispettare, procedure accessibili a tutti e una comunicazione chiara, certezze sulle consegne delle dosi e trasparenza sui meccanismi di approvvigionamento. Questo l'opinione pubblica in questo momento è tenuta a chiedere e deve pretendere di sapere dalle istituzioni competenti. Il resto rischia di assomigliare a una polemica che si concentra su una disfunzione del meccanismo, mancando però il bersaglio grosso.