Il Lazio chiede al Governo di rivedere i criteri dei colori: “Con pochi ricoveri no a restrizioni”
Con una nota l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D'Amato è tornato a chiedere al Governo di fare chiarezza sull'utilizzo del Green Pass, il documento che certifica l'avvenuta vaccinazione. Secondo l'esponente della giunta di Nicola Zingaretti prima di stabilire nuovi criteri per restrizioni, chiusure e coprifuoco è necessario testare l'utilizzo del documento per l'accesso a ristoranti, eventi pubblici e così via e sopratutto rivedere i criteri vista la nuova fase pandemica. Se preoccupa l'aumento dei casi connesso alla diffusione della variante Delta – basta vedere i numeri dei contagi di Francia, Spagna e Inghilterra per capire come procederà la curva nelle prossime settimane – non è detto infatti che sia necessario adottare le stesse misure di prima dell'inizio della campagna vaccinale.
"Sarebbe utile che il Governo decidesse in che maniera vada utilizzato il Green Pass, possibilmente con la vaccinazione completa, prima di adottare misure restrittive generalizzate con i vecchi parametri. – ha dichiarato D'Amato – Milioni di cittadini hanno scaricato questo documento ma si fa difficoltà a comprendere a cosa realmente serva se non viene messo in campo un meccanismo di carattere regolatorio come è stato adottato in Francia. Non ci vedrei nulla di strano ma solo un discorso coerente, d’altronde se in piscina si entra con la cuffia, non vedo perché chi deve, ad esempio, viaggiare in treno, non lo possa fare esibendo, assieme al titolo di viaggio, anche il Green Pass". Già nei giorni scorsi D'Amato aveva chiesto di rendere obbligatorio il Green Passper l'accesso nei luoghi di consumo e divertimento, dove maggiori sono le occasioni di aggregazione e potenziale contagio.
D'Amato: "No a restrizioni con pochi ricoveri"
Poi l'assessore ha ribadito la necessità di rivedere i criteri per i passaggi di fascia: "A mio avviso i parametri finora utilizzati per i colori dovrebbero essere attualizzati. Oggi sono prioritari due indicatori: da un lato il tasso di completa copertura vaccinale rispetto alla popolazione e dall’altro il tasso di ospedalizzazione. No a restrizioni con pochi ricoveri”.