Uno dei killer di Anzio è sposato con la figlia di un membro della cosca Gallace
Uno dei due fratelli magrebini accusati dell'omicidio del pugile Leonardo Muratovic sarebbe sposato, riporta il Messaggero, con la figlia di un membro della cosca Gallace, una ‘ndrina che dalla provincia di Cosenza si è spostata sul litorale laziale. Il padre della ragazza è cugino di secondo grado del boss Antonio, preso nella notte di mercoledì dai carabinieri dopo due anni di latitanza. Deve scontare una condanna definitiva per associazione di stampo mafioso. Il genero, come detto, dovrà rispondere dell'omicidio avvenuto in seguito a una rissa scoppiata davanti al locale ‘La Bodequita' sul litorale di Anzio. Il giovane ha ammesso di aver litigato con Muratovic, ma ha affermato di non aver accoltellato il pugile. Di quello si è preso tutta la responsabilità il fratello più piccolo, incensurato. Il più grande, legato con i Gallace, ha invece precedenti alle spalle: nel 2016, per esempio, ha sparato cinque colpi di pistola contro la casa di un pregiudicato di Anzio.
Quella dei Gallace è una locale di ‘ndrangheta che opera sul litorale romano. Si legge così sul quinto rapporto sulle Mafie nel Lazio dell'Osservatorio Tecnico-Scientifico per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio:
Nel territorio di Anzio e Nettuno, come già detto, è operativa da anni una locale di ‘ndrangheta, quella dei Gallace che il 28 novembre del 2019 è tornata al centro di una inchiesta: l’operazione “Magma” della Dda di Reggio Calabria. Si tratta della più importante operazione in provincia di Roma dal 2004 quando la Dda di Roma coordinò l’inchiesta “Appia” contro il clan Gallace. L’indagine che ha individuato un traffico di droga, deriva da una precedente operazione, condotta sempre dal Goa della Guardia di finanza di Reggio e denominata “Rio De Janeiro”, concernente il sequestro di un ingente quantitativo di cocaina pari a circa 385 chilogrammi.
Mercoledì, come ricordato, è stato arrestato dopo due anni di latitanza Antonio Gallace, 59 anni. L'uomo si nascondeva in un vano ricavato da un armadio a casa della moglie. Ad ammanettarlo sono stati i carabinieri del Ros insieme allo Squadrone elitrasportato Cacciatori Calabria e alle Aliquote di Pronto Intervento del Comando Provinciale di Roma.