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Il gestore di Ostia Antica dovrà risarcire il Ministero: “Ha sottratto al parco oltre 124mila euro”

Il contenzioso tra il parco archeologico di Ostia Antica e Gelmar s.r.l., società che dal 2011 al 2019 ha gestito i servizi di biglietteria, caffetteria e l’organizzazione di mostre del sito, si è concluso dopo tre anni: la Corte dei Conti ha condannato la società a un risarcimento di 124mila euro.
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Dopo tre anni, si chiude la controversia giudiziaria tra il parco archeologico di Ostia Antica e Gelmar s.r.l., la società che ne gestiva l’organizzazione delle mostre e i servizi di biglietteria, bar e ristorazione. La Corte dei Conti del Lazio ha stabilito un risarcimento di oltre 124mila euro, da destinare al Ministero dei beni culturali.

Il contenzioso tra quella che oggi costituisce una delle più note aree archeologiche della penisola e la società Gelmar verteva sulle modalità di gestione del parco e sul mancato rispetto dei termini contrattuali relativi alle ripartizioni degli incassi. Secondo l’accordo stilato nel 2011, infatti, gli introiti della biglietteria del parco sarebbero dovuti andare per l’80% all’amministrazione del sito, mentre per il restante 20% al concessionario.

Invece, la Corte dei Conti ha accertato che la Gelmar non ha versato al parco 124.367 euro, somma che faceva parte dei guadagni legati alle esposizioni organizzate da marzo a ottobre 2018; in quello stesso periodo, la società ha incassato un totale di 223.500 euro.

La controversia era comparsa in un primo momento davanti al Tar, per poi finire nelle mani della Corte dei Conti. Sono stati passati al vaglio tutti gli introiti della società dal 2012 al 2021: è stata appurata una gestione corretta degli incassi fino all’anno 2017, mentre dall’anno seguente si è notato un cambiamento nella percentuale versata dalla Gelmar al parco. Proprio dal 2018, infatti, la società non avrebbe dato al Ministero dei beni culturali la giusta quota di guadagni, falsando così anche la regolarità dei conti.

La società Gelmar s.r.l. era capofila di un’associazione temporanea di imprese (Ati) che dal 2012 al 2021 ha avuto in gestione i servizi di biglietteria, bookshop e caffetteria del parco e l’organizzazione di mostre ed eventi. Questo rapporto lavorativo andava avanti dal 2011, quando la società ha vinto l’appalto con una concessione di 8 anni, fino a settembre 2019. Al termine del contratto, i dodici dipendenti della Gelmar impiegati presso il parco archeologico, a rischio licenziamento, avevano chiesto di mantenere il posto di lavoro, eventualmente con l’assunzione da parte della società subentrante, Coopculture; le loro proteste non erano però andate a buon fine.

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