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Il fotografo Mezzelani pensa al futuro dopo l’incidente e l’amputazione: “Il bello deve ancora venire”

Ferdinando Mezzelani, noto fotografo sportivo, è stato coinvolto in un grave incidente con un bus lungo via Cristoforo Colombo, lo scorso 10 luglio. In attesa dell’arrivo della protesi, la testa è già al rientro: “Prossima foto? Parigi 2024, giochi olimpici: io ci sarò”.
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Foto: Facebook Ferdinando Mezzelani
Foto: Facebook Ferdinando Mezzelani

Ferdinando Mezzelani si mostra steso a letto in una camera d'ospedale, la gamba amputata accavallata, mentre rilassato legge qualcosa al cellulare. "La mia tranquillità interiore", così descrive il suo stato d'animo. Ed è proprio un senso di serenità che traspare dai suoi frequenti aggiornamenti postati su Facebook, confermato dalla lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, nella quale racconta il suo percorso dopo l'incidente, il trasferimento dal San Camillo al San Raffaele, segno che il peggio è passato e si può cominciare a pensare alla ripresa, e di come, da quel tragico schianto, sia cambiato il suo sguardo sul mondo.

L'incidente su via Cristoforo Colombo

Il fotografo del Coni Ferdinando Mezzelani, 59 anni, leggenda della fotografia sportiva e protagonista di centinaia di eventi, dai mondiali Italia 90 ai tornei di tennis, fino a svariate Olimpiadi invernali ed estive, lo scorso 10 luglio è stato coinvolto in un drammatico incidente.  L'uomo si stava recando a lavoro in sella al suo scooter quando, lungo via Cristoforo Colombo, si è scontrato con un bus della linea 709. Mezzelani è stato travolto dal mezzo e nel violento impatto ha perso una gamba: "Poco prima di perdere conoscenza ho intravisto i colori di una mimetica, e sentito nitidamente una voce che gli ordinava: ‘Non ti muovere e non ti preoccupare'. Era il Capitano dell'Esercito Francesca Antonini, medico ortopedico in servizio al Celio: mi ha sfilato la cintura trasformandola in un laccio emostatico. Mi ricordo quella stretta, subito dopo sono svenuto", racconta al Corriere.

"L'amputazione? Un bene, quella gamba non l'ho mai pianta"

Al risveglio, la scoperta: "Ho guardato giù e mi sono accorto da solo che un pezzo della gamba sinistra non c'era più. Poi ho capito che era un bene: significava che l'operazione era riuscita, che ero vivo e che erano anche riusciti a salvarmi il ginocchio, amputando un po' più sotto: io quella gamba non l'ho mai pianta". Non è solo gratitudine quella espressa dal fotografo che, come in una sorta di "deformazione professionale", immortala tutti i momenti chiave della sua vita: tra questi, di certo, il graduale processo di conoscenza e accettazione della gamba amputata. Sotto alla foto della gamba la scritta: "Il bello deve ancora venire". Non ha mai smesso di essere ottimista Mezzelani, che racconta di essere sommerso da una valanga di affetto, circondato da familiari, amici e tante leggende del mondo dello sport che ci hanno tenuto a fargli visita nella stanza d'ospedale, tanto da causare quello che scherzosamente definisce un "overbooking al San Raffaele". "Io sono quasi imbarazzato, frastornato – spiega il fotografo nell'intervista – davvero scioccato per questa ondata di affetto e di messaggi che mi hanno tenuto su, mi sono arrivati addosso come una diga che crolla: anche volendo non potrei permettermi di non essere felice, il mio telefono è una bomba a mano! Alla fine della giornata mi ritrovo a dover rispondere ancora a decine di messaggi, qui in stanza da me ci sono visite in continuazione, amici e colleghi che vogliono esserci".

Il pensiero già al futuro

L'attesa adesso è per l'arrivo delle protesi, primo passo verso una piena ripresa della propria esistenza quotidiana e professionale. "A breve arrivano le protesi di prova, non vedo l'ora. Per prima cosa farò un bel bagno in piscina e un viaggio a Cortina d'Ampezzo, mi aspettano i miei amici per mangiare", sogna a occhi aperti. Tanti i cambiamenti in arrivo, ma Mezzelani non si lascia scoraggiare: "So che dovrò cambiare la mia casa, che adesso è su tre piani, e anche la macchina, servirà il cambio automatico, ma anche qui: vediamo i vantaggi – ironizza – Vuoi mettere poter usare le preferenziali a Roma mentre tutti gli altri stanno in coda?!".

Visto l'entusiasmo dimostrato anche nei momenti più bui e difficili dopo l'incidente di ormai un mese e mezzo fa, non poteva concludersi diversamente, con la certezza di rivedersi a Parigi, dove sarà in prima fila e fare il lavoro che ha svolto per tutta la vita: "Prossima foto? Parigi 2024, giochi olimpici: io ci sarò, non è in discussione la fine felice di questa storia".

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