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“Il figlio che hai cresciuto non è tuo”: per anni crede di essere il padre, moglie denunciata

La scoperta anni dopo, durante il divorzio, finito a suon di insulti. La donna ha riferito all’ex che il figlio non era il suo, glielo aveva fatto credere solo perché l’uomo era particolarmente benestante e avrebbe garantito loro tutti gli agi.
A cura di Natascia Grbic
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Una donna rischia fino a due anni di reclusione per aver fatto credere al marito di essere il padre biologico del figlio. La messinscena, andata avanti per anni, sarebbe stata orchestrata dalla signora per assicurare al ragazzo un ottimo tenore di vita. Il marito, infatti, è un importante manager, con uno stipendio alto e una buona posizione sociale. Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, non appena l'uomo ha saputo di non essere il padre biologico del minore, ha prima revocato la responsabilità genitoriale al figlio, e poi ha denunciato l'ex moglie.

Ma andiamo con ordine. La coppia, dopo anni di matrimonio, ha deciso di divorziare. Una decisione che però non è stata raggiunta pacificamente ma, come spesso accade, a suon di insulti, offese e ripicche. E, alla fine, la stoccata che ha dato via a tutte la catena di eventi che hanno portato alla denuncia per la donna: "Nostro figlio non è tuo".

Il ragazzo, infatti, è nato dall'unione della donna con un altro uomo, il quale però non è mai spuntato fuori in tutti questi anni. a dire il vero, non è chiaro nemmeno se sappia di aver avuto un figlio. La donna ha spiegato che ha tenuto nascosto al marito la relazione per assicurare al figlio una vita agiata e una buona istruzione, come poi infatti è avvenuto. Forse però non aveva previsto quello che sarebbe successo dopo.

L'uomo, nonostante abbia cresciuto il ragazzo per anni, ha revocato immediatamente la responsabilità genitoriale, e denunciato la donna. Che, adesso, è iscritta sul registro degli indagati per falso in stato civile. Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio a giudizio. Se dovesse finire a processo ed essere condannata, rischia fino a due anni di reclusione.

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