Il figlio 21enne di un assistente parlamentare sequestrato, torturato e accoltellato a Roma
Sequestrato, torturato, massacrato di botte e quasi ucciso. Probabilmente il risultato di un regolamento di conti. La vittima è un ragazzo di 21 anni, figlio di un assistente parlamentare. È stato accoltellato in una villetta nei pressi di Corcolle e si è salvato soltanto, come ha raccontato lui stesso ai poliziotti del commissariato Casilino Nuovo, perché a uno dei due malviventi "si è spezzata la lama".
I fatti risalgono allo scorso 7 gennaio, riporta il Corriere della Sera. Il ragazzo è stato soccorso al volante della propria auto. Aveva il corpo coperto di ferite e aveva attirato l'attenzione suonando il clacson con la testa. Trasportato d'urgenza al pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata, le sue ferite sono state dichiarate guaribili in un mese.
I due sospettati (riconosciuti dalla vittima con le foto segnaletiche) sono un uomo di 53 anni e un uomo di 57 anni, accusati di tentato omicidio e sequestro di persona. Gli investigatori, però, ritengono che dietro al sequestro del giovane ci possa essere un vero e proprio regolamento di conti per faccende legate al traffico di droga.
Da parte della vittima c'è stata una iniziale reticenza su quanto accaduto, in seguito giustificato con una lite per motivi di viabilità. Alla fine, dopo essere stato incalzato dagli investigatori, ha ammesso di essere stato aggredito a casa di uno dei due malviventi. Quest'ultimo l'avrebbe conosciuto nel suo autolavaggio a Castelverde. Un altro dettaglio che non convince affatto chi indaga. Secondo la polizia, come detto, dietro all'aggressione di celerebbe un affare di droga. Stando a quanto ricostruito, inoltre, i due malviventi sarebbero fiancheggiatori di una famiglia Sinti.