Il femminicidio di Pierpaola Romano, i colleghi poliziotti: “Aveva paura di lui dopo averlo lasciato”
Mentre tutta Italia fa i conti con il femminicidio di Giulia Tramontano, mentre ci interroghiamo sull'ennesima donna uccisa da un compagno possessivo e violento, che in questo caso decide di liberarsi non solo della compagna ma anche del suo stesso figlio che porta in grembo, a Roma un altro uomo decide di uccidere una donna con cui aveva una relazione. Pierpaola Romano, ispettrice superiore di 58 anni in forze all’Ispettorato della Camera dei Deputati, viene raggiunta nella sua abitazione nel quartiere di Torraccia, periferia Nord-Est della capitale a ridosso del Grande Raccordo Anulare, da Massimiliano Carpineti, dieci anni meno di lei, anche lui un poliziotto.
La donna scende, lui appena sa di non potere mancare il bersaglio la fredda nell'androne del palazzo con tre colpi esplosi con l'arma di servizio a distanza ravvicinata. Per Pierpaola non c'è scampo. L'assistente capo della polizia risale in macchina, fa 200 metri, parcheggia su uno spiazzo e rivolge l'arma verso se stesso togliendosi la vita.
Questa la nuda cronaca dei fatti, della manciata dei minuti in cui Pierpaola Romano è stata assassinata e il suo assassino si è tolto la vita. Dietro troviamo un consumato copione: la donna aveva deciso di lasciarlo, aveva deciso da qualche giorno di mettere fine a quella relazione nata sul posto di lavoro, lui non ne voleva sapere e così decide di giustiziarla sulla porta di casa, forse facendola mettere prima in ginocchio.
Lei gli aveva spiegato che doveva iniziare una pesante cura, di non stare bene, di non voler aggiungere alle preoccupazioni quella storia. Lui non le aveva creduto e forse aveva saputo del suo riavvicinamento con il marito, anche lui un poliziotto da cui si era separata.
"Paola aveva detto ad alcuni colleghi che Massimiliano gli faceva paura, era preoccupata delle sue reazioni e del suo comportamento", raccontano in queste ore altri poliziotti a chi indaga. E forse proprio quelle confidenze avrebbero fatto scattare il piano omicida. Ora gli investigatori stanno tentando di ricostruire gli ultimi giorni di vita della vittima, e gli scambi avuti con Carpineti. I cellulari dei due agenti sono stati sequestrati e il contenuto sarà vagliato, in particolare eventuali chat e messaggi vittima e killer.