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Il disastro nelle liste d’attesa nel Lazio, nessun passo avanti: quanto tempo per prenotare un esame

La denuncia in un report della Cgil. Di Cola, segretario Cgil Roma e Lazio, attacca sulle liste d’attesa: “Nell’arco di dodici mesi la situazione è tutt’altro che migliorata, anzi il contrario. I dati confermano un peggioramento della capacità della Regione Lazio di garantire il diritto all’accesso alle cure con il servizio sanitario pubblico”.
A cura di Enrico Tata
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Immagine di repertorio
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Altro che passi avanti sulle liste di attesa nella sanità del Lazio. Secondo la Cgil nell'arco di dodici mesi la situazione è tutt'altro che migliorata. Anzi, i dati dello studio del sindacato confermano "un peggioramento della capacità della Regione Lazio di garantire il diritto all’accesso alle cure con il servizio sanitario pubblico".

Lo studio della Cgil sui tempi d'attesa nel Lazio

Nel corso del 2022 nel Lazio sono state prenotate 2,1 milioni di prestazioni sanitarie relative alle quattro classi di priorità (U = urgente – da erogare entro 72 ore; • B = breve – da erogare entro 10 gg; • D = differibile – da erogare entro 30 gg per le visite ed entro 60 gg per le prestazioni strumentali; • P = programmabile – da erogare entro 120 giorni). Lo studio del sindacato si è concentrato sulle richieste di priorità B, cioè le prestazioni legati a pazienti che possono peggiorare rapidamente e che si riferiscono al 12 per cento delle richieste in totale.

La tabella in basso mostra l'andamento del rispetto dei tempi di attesa a seconda delle classi di priorità. La mancata erogazione nei tempi di una percentuale non superiore al 10% è ritenuta accettabile, secondo quanto previsto dal Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa.

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Per quanto riguarda i tempi di attesa della classe di priorità B, il confronto tra il primo trimestre del 2023 e il primo del 2022 evidenzia il peggioramento in tutte le ASL del Lazio in merito al rispetto dei tempi delle prescrizioni, dal -10,6% della ASL Roma 3, al -28,1% della ASL Roma 2. Ancora, il confronto tra il secondo trimestre del 2023 e il secondo del 2022 evidenzia il peggioramento in tutte le ASL, dal -8,6% della ASL di Viterbo, al -23,8% della ASL Roma 5.

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Inoltre il confronto tra il 2023 e il 2022 evidenzia una sensibile diminuzione nell'anno più recente delle prenotazioni effettuate. E, osserva la Cgil, il numero di prestazioni effettuate nei tempi tra il primo trimestre del 2023 e il primo del 2022 è in forte calo anche per effetto di un numero ridotto di prenotazioni. Solo la Asl Roma 1 è cresciuta, in alcuni trimestri, nel numero di prenotazioni effettuate.

Nei primi mesi del 2024 (in basso il confronto tra maggio 2024 e maggio 2023) la situazione non sembra essere migliorata.

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Nel 2022 le situazioni più critiche nel rispetto dei tempi di attesa (più di cinque Asl sotto il 50 per cento di rispetto dei tempi) hanno riguardato i seguenti esami: risonanza magnetica del cervello con e senza mezzo di contrasto, colonscopia con endoscopio flessibile, risonanza magnetica della colonna, risonanza magnetica dell'addome inferiore, risonanza magnetica della colonna, ecografia capo e collo, elettromiografia (grafico in basso).

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Di Cola (Cgil Roma e Lazio): "Rocca ci convochi e apra il confronto"

Affinché sia garantito il diritto alla salute, ha dichiarato Natale Di Cola, segretario Cgil Roma e Lazio, "è necessario che la Regione Lazio e le Asl investano sulla dotazione strumentale e accelerino con le stabilizzazioni e le assunzioni di nuovo personale, ottenute grazie alla mobilitazione sindacale, per dare una prima risposta alla carenza di personale per il mancato turn over di oltre 10mila unità".

Il rischio, ha aggiunto Di Cola, "è che tra la stagione turistica alle porte e l’anno Giubilare in arrivo il Servizio Sanitario Regionale possa andare ulteriormente in sofferenza spingendo ancora più persone a dover rinunciare alle cure non trovando una risposte pubblica. Per questo sono necessarie maggiori risorse da parte del Governo per potenziare il Servizio Sanitario Regionale pubblico anziché, come si legge nella bozza di decreto sulle liste di attesa, destinare maggiori risorse ai privati attingendo da quelle che oggi sono destinate al funzionamento al Servizio Sanitario Nazionale. Su questi temi ci aspettiamo che il Presidente Rocca ci convochi e apra il confronto sulle scelte da condividere per superare le criticità". 

L'annuncio di Rocca sulle liste d'attesa nel Lazio

Per tentare di risolvere il problema delle liste d'attesa il governo Meloni ha varato un decreto che prevede l'introduzione di un Cup unico, con le agende di prenotazione sia delle strutture pubbliche che di quelle private. Una misura che il presidente del Lazio, Francesco Rocca, aveva già introdotto a inizio anno.

Rocca ha spiegato: "Il Cup unico è fondamentale perché se si vogliono analizzare i bisogni dobbiamo avere un unico punto di ingresso delle richieste. Prima un cittadino del Lazio chiamava il Recup e trovava solo l'offerta sanitaria delle strutture pubbliche e se non trovava posto iniziava un calvario cercando una risposta".

Mattia (Pd): "Rocca intervenga subito, presentata interrogazione"

"Dal report di Cittadinanzattiva al monitoraggio Federconsumatori e CGIL: tutti i dati forniti dalle sigle della società civile bocciano l’accesso alle cure nella sanità pubblica del Lazio da parte delle cittadine e dei cittadini del Lazio, che, in sintesi, pur di ottenere delle prestazioni sanitarie sono costretti a rivolgersi ai privati o comunque alla modalità intramoenia, a recarsi in luoghi lontani o addirittura a rinunciare a curarsi. Un quadro a più voci che, in sostanza, ci dice una cosa sola: nel Lazio il diritto alla salute non è garantito e la sanità pubblica è peggiorata a vantaggio dei privati. Per questo ho depositato in consiglio regionale un’interrogazione per chiedere al Presidente della Regione, Rocca, con delega alla sanità come intenda procedere per ridurre le liste di attesa nel Lazio, anche alla luce dei dati sconfortanti riportati nell’indagine di Cittadinanzattiva e nel monitoraggio di Federconsumatori e CGIL”, ha dichiarato la consigliera regionale del Pd Eleonora Mattia.

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