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Il derby del bambino morto: cosa è successo il 21 marzo 2004 all’Olimpico

Il 21 marzo 2004 il derby Lazio – Roma viene sospeso dopo che si diffonde la notizia che negli scontri tra ultras e forze dell’ordine prima della partita è morto un bambino travolto e ucciso da una camionetta della polizia. Non è vero, ma la notizia smentita dagli altoparlanti circola tra le due curve e si rischia che la situazione degeneri. I rappresentanti dei tifosi scendono in campo e parlano con il capitano Francesco Totti e dopo una sospensione di 25 minuti la partita viene interrotta. La ricostruzione di quella sera si trova in un libro di Valerio Marchi ancora oggi fondamentale per capire il nostro calcio.
A cura di Valerio Renzi
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È il 21 marzo del 2004, va in scena nella partita di posticipo serale il derby Lazio – Roma allo Stadio Olimpico. È la Roma mitica di Francesco Totti con i capelli lunghi, di un giovanissimo Daniele De Rossi, e di indimenticabili campioni come Christian Panucci, Vincenzo Montella, Antonio Cassano, Vincent Candela, Simone Perrotta, Damiano Tommasi. che hanno lasciato un segno nel cuore dei tifosi. La Lazio ha tra i pali Angelo Peruzzi in campo in quella stagione ci sono l'idolo della curva Paolo Di Canio, Simone Inzaghi, Fabio Liverani, Tommaso Rocchi, Paolo Negro e Goran Pandev. La stracittadina di ritorno è attesissima, tutta la città è con il fiato sospeso e le due curve sono addobbate a festa con striscioni, bandiere e coreografie.

Ma il derby del 21 marzo del 2004 non sarà ricordato per quello che è accaduto in campo, quanto per per quello che accadrà in curva e fuori l'Olimpico. Prima della partita si verificano violenti incidenti tra ultras e forze dell'ordine. In curva si sente l'odore dei lacrimogeni, in molti riusciranno a entrare a partita già iniziata e le cariche e i caroselli delle camionette arriveranno fino ai cancelli d'ingresso. Fuori la Sud c'è un ragazzo con un telo sopra steso in terra circondato dai poliziotti, in molti lo vedono e si diffonde la notizia che si tratta di un bambino travolto e ucciso da una camionetta della polizia, l'aria si fa pesante. Le due squadre vanno a riposo sullo zero a zero.

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Ma al ritorno in campo è chiaro qual'è l'intenzione dei tifosi: nonostante le rassicurazioni della polizia dagli altoparlanti che nessuno è rimasto vittima negli incidenti, tantomeno un bambino, al ritorno in campo tutte le curva Nord e la curva Sud ritirano gli striscioni e all'unisono intonano in coro "assassini, assassini" rivolti alle forze dell'ordine. I leader della Sud scavalcano il vetro a bordo campo e vanno a parlare con il capitano Francesco Totti: la partita deve essere interrotta, subito. L'arbitro Rosetti sospende il match per 25 minuti, a due dall'inizio, e la partita si ferma sullo 0  a 0 per motivi di ordine pubblico.

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La verità è che nessun bambino era stato ucciso prima del derby, e per mesi si racconterà di un complotto tra gli ultras delle opposte tifoserie per mostrare il loro potere e interrompere il match. La verità giudiziaria, il processo ai sette capi ultras della Roma che scesero in campo dice però che l'azione non fu preordinata e che davvero la voce del bambino morto (oggi diremmo una fake news) era ritenuta vera da migliaia di persone presenti in quel momento all'Olimpico e che la mancata interruzione avrebbe potuto avere gravissime conseguenze sotto il profilo dell'ordine pubblico.

Un libro per capire il derby sospeso

Quello del 21 marzo 2004 è conosciuto anche come il derby del bambino morto, che è anche un titolo di un libro di Valerio Marchi dedicato a quell'evento che è rimasto impresso nella mente di generazioni di romani. Edito per la prima volta dalla casa editrice Deriveapprodi ("Il derby del bambino morto. Violenza e ordine pubblico nel calcio", 2005) è stato ristampato più di recente ed è disponibile per i tipi di Alegre Edizioni. Marchi è scomparso a 51 anni ed è stato un punto di riferimento per lo studio dei movimenti giovanile e underground, ma anche del mondo ultras, storico libraio di San Lorenzo e sociologo. In questo che è forse il suo migliore libro ricostruisce cosa è accaduto quella sera dalla viva voce dei protagonisti, i cattivi, i folk devils, gli ultras, tramite decine di testimonianze prova a ricostruire la catena di eventi che ha portato alla sospensione del match. Una lettura affascinante e utile.

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