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Il Colosseo dice di aver dato subito l’Iban al turista vandalo per il risarcimento: “Nessun ritardo”

Secondo il turista che lo scorso giugno ha sfregiato il Colosseo, nessuno gli ha comunicato dove inviare i soldi per il risarcimento dei danni. In una nota il Parco archeologico del Colosseo ha precisato, però, “di essersi tempestivamente attivato subito dopo aver ricevuto la richiesta”.
A cura di Enrico Tata
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Era in vacanza a Roma Ivan D. e ha pensato, durante il soggiorno nella Capitale, di sfregiare il Colosseo, scrivendo con le chiavi "Ivan+Hayley 23” su un muro dell'anfiteatro. "Non sapevo fosse così antico", la surreale giustificazione nella lettera di scuse inviata inviata alla Procura di Roma e al sindaco. Condannato dal giudice al pagamento di 965 euro (più Iva) per risarcire il danno, il turista ha detto che nessuno, però, gli ha indicato l'Iban dove inviare i soldi. 

In una nota il Parco archeologico del Colosseo ha precisato "di essersi tempestivamente attivato subito dopo aver ricevuto la richiesta".

Soltanto lo scorso 3 ottobre è arrivata una mail, "peraltro non all’indirizzo ufficiale del Parco, contenente la richiesta dell’avvocato Maria Valentina Miceli di poter acquisire l’IBAN del Parco archeologico del Colosseo, al fine di consentire all’assistito di definire la sua posizione processuale attraverso il pagamento dell’importo relativo alle spese di ripristino". Lunedì 9 ottobre, dopo tre giorni lavorativi, secondo il ParCo, sono state trasmesse "tutte le informazioni necessarie al buon esito della transazione a soli tre giorni lavorativi dalla richiesta informale".

Il Parco del Colosseo ha infine ribadito "il proprio impegno nel preservare il patrimonio culturale, ha da sempre attivato una massima e tempestiva collaborazione con l'Autorità giudiziaria e con le forze di polizia al fine di contrastare e reprimere qualsiasi atto contro il patrimonio culturale e di garantire che chi arreca danni debba rispondere in prima persona della sua condotta".

L'atto vandalico, postato sui social e finito sui giornali di tutto il mondo, è avvenuto lo scorso giugno. L'autore del gesto ha scritto una lettera di scuse rivolta agli italiani ammettendo "il danno arrecato a un bene che, di fatto, è patrimonio dell’intera umanità". Poi, però, il turista ha ammesso "con profondissimo imbarazzo che solo in seguito a quanto incresciosamente accaduto ho appreso dell’antichità del monumento”.

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