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Il collezionista di foto di donne morte che rubò le ceneri di Elena Aubry: “Sono una droga”

Rischia di finire a processo il collezionista di foto di donne morte sottratte nel cimitero del Verano e che ha rubato l’urna contenente le ceneri della motociclista 26enne Elena Aubry. Il pm ha contestato anche il reato di ricettazione.
A cura di Alessia Rabbai
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"Le immagini di donne morte sono la mia droga, un'ossessione. Ho iniziato a prendere di nascosto la foto di una lapide dal cimitero Verano nel 1994 e non sono più riuscito a fermarmi". Sono le parole di Marco, quarantanove anni, elettricista di Portonaccio, lo stesso uomo che ha rubato l'urna con le ceneri di Elena Aubry, la motociclista ventiseienne deceduta il 6 maggio del 2018 dopo una caduta dalla moto al chilometro 25,5 di via Ostiense a Roma. "Le foto più importanti le incorniciavo, per me erano sacre" sono le sue parole riportate da Il Messaggero, che avrebbe detto durante la perizia psichiatrica al termine della quale è risultato sano di mente e dunque di non avere disturbi mentali. Nei suoi confronti il pubblico ministero Laura Condemi contentesta il reato di ricettazione, che consiste nella vendita o nell'acquisto di merce di provenienza illecita, oltre a quello già riconosciuto di sottrazione di cadavere. Difeso dall'avvocato Daniele Bocciolini, ora rischia di finire a processo.

Il collezionista del Verano aveva in casa 358 foto di donne morte

A seguito del ritrovamento dell'urna con le ceneri di Elena Aubry dopo settimane di ricerche, i carabinieri della stazione di Piazza Dante diretti da Marco di Stefano, che hanno perquisito l'abitazione del ladro, hanno trovato 358 foto di donne morte, tutte molto belle. Era infatti la loro bellezza che lo attirava a prenderle e portarle via con sé. L'uomo infatti le ha rubate negli anni dal cimitero del Verano, togliendole da lapidi e tombe per affiggerle sulle pareti della sua camera da letto, che all'apparenza sembrava un cimitero. Immagini che non aveva ottenuto non soltanto sottraendole in prima persona, ma che avrebbe anche acquistato, da questo l'accusa di ricettazione. Su un taccuino annotava inoltre i furti che aveva messo a segno, per ricordare data e ora. Sul diario si legge, tra le altre note: "4.3.20 Presa Elena Aubry. Nata 28.10.1992 Morta 6.5.2018".

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