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Il centro per senzatetto che divide Castro Pretorio: “Quella raccolta firme non ci rappresenta”

La stazione di posta a via Sapri è uno dei nove centri di accoglienza per le persone senza fissa dimora aperti nella Capitale, ma alcuni cittadini si sono opposti lanciando una raccolta firme. A Fanpage.it una residente della zona e l’assessora alle Politiche Sociali e alla Salute del Comune di Roma, Barbara Funari raccontano una realtà diversa.
A cura di Enza Savarese
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Una stazione di posta per accogliere i senza fissa dimora a via Sapri. È il progetto di politica sociale finanziato dal Comune di Roma con i fondi del Pnrr che tra proteste e strumentalizzazioni politiche verrà aperto nel quartiere Castro Pretorio della Capitale. Come è avvenuto in passato anche a Ferretella e Boccea, dove sono già presenti strutture per l'assistenza alle persone bisognose, il nuovo progetto sociale ha aperto il dibattito. Su un gruppo Facebook della zona di Castro Pretorio è stata annunciata una raccolta firme contro l'apertura del centro in Via Sapri. Ad appoggiare l'iniziativa sui social anche il "Comitato di Quartiere Rione Esquilino".

A Fanpage.it una residente della zona non si è detta per niente rappresentata dalla raccolta firme in questione definendola "una strumentalizzazione per fare propaganda".

La stessa assessora alle Politiche Sociali e alla Salute del Comune di Roma, Barbara Funari, ha raccontato come polemiche simili si presentino ciclicamente quando vengono annunciati nuovi servizi di accoglienza in città.

Stazione di Posta a via Sapri: il progetto sociale finanziato con i fondi del Pnrr

La stazione di posta in via Sapri fa parte dei nove progetti finanziati dal Comune di Roma utilizzando i fondi del Pnrr per ristrutturare immobili pubblici ed aumentare i servizi di accoglienza alle persone senza fissa dimora. I lavori sono stati approvati in giunta comunale nel 2023. Come per gli altri centri già aperti nella zona di Boccea e Ferratella, le strutture intendono garantire accoglienza e sicurezza a chi ne ha bisogno. Come spiega a Fanpage.it l'assessora alle Politiche Sociali, Barbara Funari, la zona di posta a via Sapri oltre a centri di orientamento e consulenza avrà non più di quattro posti letto. "Li dedicheremo anche a persone molto fragili dal punto di vista sanitario, proprio per toglierli dalla strada. Perché poi l'obiettivo di questi progetti è anche migliorare la qualità della vita di tutti nei quartieri". In merito alle preoccupazioni di alcuni residenti della zona, l'assessora non si sorprende a queste polemiche già scoppiate in passato per altre iniziative simili. "Abbiamo sempre spiegato in tutti i modi che i servizi non aumentano le persone senza dimora, ma i servizi li aiutano a trovare altre soluzioni al vivere per strada".

È proprio sull'aspetto comunicativo con i residenti che l'assessora Funari pone l'accento. "Abbiamo fatto tantissime commissioni. Pubblicato sul sito gli obbiettivi del progetto. Ci sono stati incontri per spiegare al quartiere che tipo di servizi saranno. Non ci tiriamo indietro al dialogo con i residenti e anzi lo lo riteniamo anche una risorsa importante. C'è stata informazione e che arrivi ora questa raccolta firme mi sembra effettivamente molto strumentale".

Raccolta firme contro il servizio di accoglienza: "Non a nome di tutti i residenti" 

"Imprese della ristorazione, della ricezione turistica, i loro lavoratori, le loro lavoratrici e noi residenti, uniti in una raccolta firme contro la volontà folle, oramai ben palese, di volere Castro Pretorio ed Esquilino, come due rioni di contenimento sociale", si legge in un post sui social per annunciare l'avvio di una raccolta firme per opporsi alla stazione di posta in via Sapri. Nel post in questione si sottolinea come la protesta non sia contro nessuno. "La nostra solidarietà ai più bisognosi, non è mai mancata e mai mancherà", scrive un utente. Sempre sui social ad appoggiare la raccolta firme è anche il Comitato di quartiere Rione Esquilino. "I Rioni Esquilino e Castro Pretorio sono saturi di centri, spesso inutili, per persone in stato di disagio, socioeconomico, psichiatrico o in stato di tossicodipendenza e alcolisti, tutti raccolti intorno a Termini", si legge nel post. Un appello che sembra voglia rappresentare la comunità della zona.

Una residente a Fanpage però dichiara che i fautori della raccolta firme non parlano a nome di tutti gli abitanti del rione. "Non so che faccia abbiano queste persone che dichiarano di parlare a nome di tutti i residenti. Non c'è mai stata un'assemblea di quartiere dove qualcuno, anche a maggioranza ha delegato a questi signori di parlare a nome di chi risiede qui", racconta. Da residente del quartiere la donna dichiara di non aver visto in passato nessuno dei fautori della raccolta firme battersi per altre problematiche del territorio. "Le uniche azioni sulle quali si fanno vivi riguardano l'opporsi ai centri di accoglienza, a iniziative minime oppure a fare campagne mediatiche contro i senza fissa dimora". Una campagna di propaganda che avviene soprattuto sui social. Secondo il racconto della residente infatti la raccolta firme in questione ha più risonanza sui social che dal vivo. "Anche oggi andando a vedere i luoghi dove sostengono di raccogliere le firme non c'era nessuno. A parte qualche volantino non c'erano i sostenitori con cui poter parlare e chiedere a nome di chi esprimono queste posizioni", racconta.

Sempre meno residenti al Municipio I, ma non per i senza tetto 

L'assistenza alle persone senza fissa dimora è sicuramente una questione problematica che avrebbe bisogno di maggiori fondi e servizi per poter essere gestita in modo ottimale. Tuttavia i problemi dei residenti delle zone storiche di Roma non si riconducono ai senza tetto o alle stazioni di posta per loro adibite. "La vivibilità di noi residenti qui è minacciata di più dall'eccessiva turistificazone. Ci sono stati episodi fastidiosi provocati da persone senza fissa dimora, ma ho assistito ad altrettanti casi di turisti che buttano l'immondizia dove capita, che fanno i loro bisogni all'aperto perché sono ubriachi. I fautori di questa raccolta firme dove sono quando capitano queste cose?", racconta la residente.

Secondo i dati anagrafici del Campidoglio, dal 2017 le persone residenti nel centro di Roma e in particolare nel Municipio I sono diminuite del 40%. Mentre ad aumentare anno dopo anno sono i b&b, le case vacanza e stanze date in affitto breve.

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