Il caso di Serena Mollicone arriva al Parlamento europeo: “Vittima di omicidio e giustizia negata”
"Ho portato all’attenzione di Bruxelles quegli elementi tecnico-scientifici emersi nel corso del processo e che ritenevo andassero in una direzione univoca di colpevolezza, ma non sono stati considerati sufficienti dalla Corte d’Assise. Speriamo nell’appello". A parlare, dalla piazza di Arce durante l'evento ‘Serena Vive' è la medica legale che si è occupata del caso di Serena Mollicone, Luisa Regimenti.
Tantissime le persone che hanno partecipato all'evento, per chiedere ancora una volta che sia fatta chiarezza e giustizia. "Serena e la sua famiglia hanno diritto di ottenere giustizia ed avere finalmente delle risposte per sapere cosa sia accaduto – continua la dottoressa – La ragazza è due volte vittima, di omicidio e di giustizia negata, perché in oltre vent’anni ancora non è stata messa la parola fine a questo terribile delitto. Per questo, ho portato il caso in Europa: la cittadina europea Serena Mollicone e la sua famiglia meritano che questo drammatico caso superi i confini del nostro Paese".
Il processo di primo grado per l'omicidio della 18enne, avvenuto oltre vent'anni fa ad Arce, si è concluso con l'assoluzione di tutti gli imputati. A essere accusata di aver ucciso la ragazza è tutta la famiglia Mottola, l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce Franco, sua moglie Anna Maria e il figlio Marco. Assolti anche due carabinieri accusati di aver depistato le indagini.
Le motivazioni della sentenza devono essere ancora depositate, ma i legali della famiglia di Serena Mollicone hanno già presentato ricorso per correre in appello. Soddisfatta dell'assoluzione la famiglia Mottola, che ha sempre dichiarato di non aver ucciso Serena.