La storia Hasib Omerovic è stata raccontata ieri in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati. Con la famiglia del ragazzo di 36 anni ricoverato in coma in ospedale il deputato dei Radicali Riccardo Magi e Carlo Stasolla dell'Associazione 21 luglio. Nel cuore della democrazia italiana vengono esposte due foto: una vede l'uomo in terra, accartocciato e coperto di sangue dopo essere volato dalla finestra di una palazzina popolare a Primavalle, nell'altra c'è sempre Hasib sdraiato in ospedale, intubato il volto coperto di bende dopo aver subito due operazione maxillo facciali.
La sorella ha raccontato di aver visto gli agenti in borghese che hanno bussato alla loro porta picchiarlo, insultarlo e poi lanciarlo dalla finestra. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentato omicidio contro ignoti, per quella che al momento sembra una vera e propria esecuzione extragiudiziale. A Roma ci sono poliziotti che tolgono la divisa e, con il potere conferitogli da portare un distintivo in tasca si trasformano in giustizieri fai da te? In vendicatori? Non lo sappiamo, e tutti ci auguriamo di no. Certo è che il silenzio delle istituzioni è assordante. Non una parola dal sindaco Roberto Gualtieri, neanche per esprimere la solidarietà della città a una famiglia di cittadini terrorizzati da rientrare a casa loro. Non una parola dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. Non una dichiarazione dalla questura di Roma. Anche da piazzale Clodio, non certo un luogo impenetrabile, non è filtrata mezza parola sulla vicenda.
Eppure i fatti descritti sono gravi, gravissimi, e non un aspirante o un attuale parlamentare (tolto Magi che ha avanzato un'interrogazione) ha fatto una dichiarazione. I cittadini e le cittadine hanno il diritto di sapere cosa è accaduto, se in giro per la città c'è un gruppo di agenti che lancia la gente dalla finestra. Oppure se c'è qualcuno che lo fa con la copertura delle forze dell'ordine. E ancora: sarebbe tanto più rassicurante sapere che quattro poliziotti non sanno gestire la reazione di un uomo spaventato che non sente e non parla? Ovviamente si cerca un movente per quello che è successo ad Hasib, un uomo con un handicap importante (è sordomuto) e problemi di socializzazione. Forse potrebbe risiedere in quell'accusa di molestare le ragazze per strade. Che l'uomo possa essere responsabile di episodi del genere non lo sappiamo, che si sia trattata di una voce di quartiere alimentatasi fino al tragico epilogo neanche. La madre ha raccontato che in un gruppo Facebook era stata postata una foto del 36enne con un commento allarmato sui suoi comportamenti. Certo è che nulla giustifica quanto accaduto. Il razzismo c'entra? Probabilmente sì, possiamo dire con un relativo grado di certezza che se Hasib e la sua famiglia non fossero stati rom, nessuno si sarebbe sentito così sicuro di agire impunemente.