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Il campanello d’allarme sulla Sanità del Lazio: pignoramenti in crescita e debito ‘monstre’

La Corte dei Conti stronca Rocca e i conti della Regione Lazio: preoccupante la situazione del debito fuori bilancio derivanti dalle sentenze giudiziarie in ambito sanitario.
A cura di Enrico Tata
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Una seduta del Consiglio Regionale del Lazio
Una seduta del Consiglio Regionale del Lazio

Come abbiamo raccontato, la Corte dei Conti ha sollevato alcuni dubbi sulla procedura di nomina di alcuni collaboratori per le nuove commissioni della Regione Lazio. Ma con la delibera 102, sulle "tecniche di quantificazione degli oneri e copertura finanziarie nelle leggi di spesa approvate dalla Regione Lazio nel 2023", i magistrati hanno messo l'accento su un altro aspetto critico che riguarda i conti dell'amministrazione governata da Francesco Rocca. Riguarda la vicenda dei cosiddetti ‘debiti fuori bilancio'.

Debiti fuori bilancio e pignoramenti: la Corte dei Conti stronca Rocca

Si tratta di una quota preoccupante di debiti accumulati dalla Regione Lazio, soprattutto in ambito sanitario, che rappresentava un problema importante già per la giunta Zingaretti. Ma secondo la Corte dei Conti la situazione sta peggiorando, soprattutto in relazione ai pignoramenti, che stanno aumentando.

In poche parole i debiti fuori bilancio sono le spese e le obbligazioni non previste in questo caso dalla Regione Lazio. Spese per cui la Regione non aveva previsto una specifica copertura finanziaria e che non erano state messe in conto. Possono derivare, per esempio, da sentenze giudiziarie che diventano esecutive.

Per procedere al pagamento di un debito fuori bilancio, gli enti pubblici devono effettuare una procedura di riconoscimento con una delibera ad hoc. Il debito viene riconosciuto e solo allora l'ente, nello specifico la Regione Lazio, può provvedere al pagamento. In questo caso, la gran parte debiti è relativa a sentenze in materia sanitaria e nel corso del 2023 la Regione ha approvato quattro leggi per riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio derivati da 426 sentenze, per un totale di 98 milioni di euro circa, di cui 87 milioni in ambito sanitario.

Cosa chiede la Corte dei Conti alla Regione Lazio

Secondo la Corte dei Conti, "il fenomeno dei debiti fuori bilancio da sentenze continua ad assumere dimensioni finanziarie molto consistenti per la Regione Lazio, con conseguente impatto negativo sugli equilibri di bilancio e di cassa che, nei primi mesi del 2024, ha registrato un rilevante incremento della quota pignorata, in controtendenza rispetto all’andamento discendente registrato tra il 2020 e il 2023, periodo in cui la quota pignorata si è ridotta da circa 129 milioni a 70,00 milioni di euro".

Per questo motivo i magistrati hanno invitato la Regione a introdurre misure "adeguate ad assicurare il tempestivo riconoscimento dei DFB da sentenze, in modo da evitare pignoramenti e conseguenti squilibri nelle coperture finanziarie previste per il pagamento dei nuovi oneri recati da sentenze".

Le opposizioni: "Da Rocca gestione del Lazio tutt'altro che virtuosa"

Una vicenda, questa dei debiti fuori bilancio, su cui le opposizioni hanno attaccato il presidente Rocca e la sua giunta. Così l'ex assessore alla Sanità di Zingaretti, Alessio D'Amato, consigliere regionale di Azione: "Siamo di fronte a un fatto gravissimo, il tema dei pignoramenti è sempre stato sinonimo di una cattiva gestione, per questo presento un’interrogazione al Presidente Rocca per chiedere quali siano i motivi di questa preoccupante inversione di tendenza. Più che ‘una nuova storia’ sembra il ritorno del vecchio sistema".

Secondo i consiglieri del Movimento 5 Stelle, il presidente Rocca "ha costruito la sua narrativa politica su una continua lamentela: un'eredità finanziaria disastrosa, lasciata dai governi precedenti. Eppure, dietro le sue parole e le promesse di ridurre il debito sotto la soglia dei 22 miliardi, emerge una gestione tutt'altro che trasparente e virtuosa. La Corte dei Conti ha sollevato il velo su quello che appare sempre più come un castello di carte".

Ancora, continuano i 5 Stelle, "le scuse di un'eredità catastrofica non possono più nascondere la verità: il suo operato ha aggravato la situazione, con la complicità di chi, come l'assessore Righini, continua a parlare di ‘serietà' e ‘rigore' senza che questo trovi riscontro nella gestione dei conti". 

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