Il ‘Bufalo’ della Banda della Magliana torna in carcere: Marcello Colafigli incontrava pregiudicati
Marcello Colafigli, boss della Banda della Magliana, è tornato in carcere dopo pochi giorni da quando era stato rimesso in semilibertà. Sessantasette anni, braccio destro di Franco Giuseppucci detto il ‘Negro' storico leader dell'organizzazione criminale, è stato condannato all'ergastolo per tre omicidi. Colafigli ha ispirato il personaggio del Bufalo di Romanzo Criminale che, a partire dall'omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo, ha portato l'epopea criminale della Magliana ad essere conosciuta dal grande pubblico grazie a un film e sopratutto a una serie tv di grande successo. Soprannominato Marcellone per la sua stazza e per la sua forza, sarà uno dei leader indiscussi del gruppo criminale, con Maurizio Abbatino e Giuseppucci a capo della fazione della Banda proveniente proprio dalla Magliana.
L'uomo è stato trovato a Ostia in compagnia di alcuni pregiudicati, contravvenendo così alle regole della semilibertà, ed è stato immediatamente riportato in carcere dagli agenti del commissariato di Ostia Lido. "Da qualche tempo, era stato ammesso al regime della semilibertà ed erano gli investigatori del X Distretto, diretto da Antonino Mendolìa, che, discretamente, controllavano i suoi movimenti. Sono stati gli stessi poliziotti, in 2 occasioni, a trovare C.M. in luoghi frequentati da pregiudicati. – si legge nella nota diffusa dalla Questura di Roma – Informato l’Ufficio di sorveglianza di Roma, il beneficio è stato immediatamente revocato e gli investigatori, dopo avergli notificato il decreto, lo hanno accompagnato presso la Casa Circondariale".
Marcello Colafigli: condannato per tre omicidi
Colafigli è stato ritenuto responsabile di aver ucciso proprio a Ostia Sergio Carozzi, reo di aver denunciato un'estorsione. Poi è stato il protagonista della faida tra la Banda della Magliana e il gruppo criminale dei Proietti, responsabili dell'omicidio del leader Franco Giuseppucci partecipando all'agguato che portò alla morte di Maurizio Proietti. Proprio dopo l'agguato si aprirono per lui per la prima volta le porte del carcere, che riuscì a lasciare per un manicomio criminale e poi da qui ad evadere. Inizia così l'ultima parte dell'avventura criminale di Colafigli, segnata dallo scontro tra le due anime della banda: da una parte il gruppo originario della Magliana che faceva capo proprio a Colafigli e Giuseppucci, dall'altra quella che faceva capo ai ‘Testaccini' di Renatino De Pedis che aveva preso il sopravvento. De Pedis sarà infine assassinato il 2 febbraio del 1990 in via del Pellegrino nel cuore di Roma mandante dell'omicidio proprio Colafigli che verrà infine arrestato il 26 luglio dello stesso anno mentre viaggia in compagnia di un terrorista dei Nar anch'esso latitante.