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Il 9% dei giovani atleti presenta anomalie nell’elettrocardiogramma: lo studio del Bambino Gesù

Lo studio effettuato dai ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma su 581 bambini e ragazzi (età media 15 anni e per l’80 per cento di sesso maschile).
A cura di Enrico Tata
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Quasi un ragazzo su dieci presenta anomalie nel tracciato dell'elettrocardiogramma eseguito per il rilascio del certificato sportivo agonistico. Secondo i risultati di uno studio effettuato dai ricercatori dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma su 581 bambini e ragazzi (età media 15 anni e per l'80 per cento di sesso maschile), nel 9 per cento dei casi presi in esame (53 bambini) il tracciato presentava anomalie della ripolarizzazione ventricolare (Inversione dell'Onda T). Diciassette bambini, cioè il 3 per cento, sono stati sospesi dall'attività agonistica proprio per anomalie cardiache riscontrate da successivi accertamenti.

L'elettrocardiogramma in pratica registra l'attività elettrica del nostro cuore in forma di grafico, con una sequenza di onde e segmenti rettilinei. L'Onda T rileva in particolare la ripolarizzazione ventricolare, cioè il ‘tempo di ricarica' del cuore. In condizioni normali la forma di quest'onda è positiva, cioè con una curva verso l'alto rispetto all'asse orizzontale. Quando è negativa, invece, può essere indice di possibili anomalie.

"La probabilità che gli atleti agonisti abbiano una cardiomiopatia nascosta è bassa, ma non trascurabile. Lo screening elettrocardiografico, preliminare all'idoneità sportiva agonistica, si conferma dunque un'ottima opportunità per identificare precocemente cardiomiopatie e altre patologie che aumentano il rischio di morte improvvisa in giovani atleti apparentemente sani. Le eventuali anomalie della ripolarizzazione, segnalate dall'inversione dell'Onda T, vanno sempre indagate e approfondite rivolgendosi a centri specializzati", ha commentato Ugo Giordano, responsabile dell'unità operativa di medicina dello sport del Bambino Gesù.

"In Italia i protocolli di valutazione per l'accesso all'attività sportiva agonistica sono giustamente molto rigorosi – ha spiegato il medico del Bambino Gesù – Per l'attività sportiva non agonistica, malgrado non vi sia un obbligo in questo senso, il consiglio dei medici dello sport è quello di effettuare sempre l'elettrocardiogramma a ogni visita per il rilascio del certificato, in considerazione del suo valore quale strumento di screening per la salute".

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista della società europea di cardiologia pediatrica Cardiology in the Young.

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