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I vigili del fuoco che fronteggiano gli incendi a Roma raccontano le loro drammatiche difficoltà

Operano sotto organico, con mezzi malridotti e in condizioni di forte stress. Alla luce del terribile incendio che il 21 agosto ha devastato parte di Cinecittà e Torre Spaccata, i vigili del fuoco raccontano a Fanpage cosa vuol dire lavorare in situazioni di pericolo senza assicurazioni per la propria incolumità: “Roma vive una difficoltà che noi denunciamo da anni, e che oggi ci ha presentato il conto”.
A cura di Natascia Grbic
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A sinistra ciò che rimane dopo l'incendio alla Magliana, a destra un'autopompa che si è guastata durante un intervento
A sinistra ciò che rimane dopo l'incendio alla Magliana, a destra un'autopompa che si è guastata durante un intervento

"Quando si è costretti a lavorare in pochi, spesso bisogna andare oltre le procedure previste. Le situazioni in un modo o nell'altro devono essere fronteggiate, soprattutto se ci sono cittadini in difficoltà. Ma questa situazione non è più sostenibile: Roma vive una difficoltà che noi denunciamo da anni, e oggi ci ha presentato il conto". A parlare, a Fanpage.it, è Franco Zelinotti, caposquadra dei Vigili del Fuoco e rappresentante sindacale della FP Cgil Roma e Lazio. Ha quasi sessant'anni, decenni di servizio alle spalle, e da tempo denuncia le criticità e le condizioni in cui il corpo dei Vigili del Fuoco è costretto a operare. Mezzi vecchi, pochi e fatiscenti, personale allo stremo, dispositivi di sicurezza carenti. "Quotidianamente siamo costretti a chiamare tra le venti e le trenta persone al giorno per il turno straordinario. Parliamo di operatori che non hanno quindi il tempo di riposare, che stanno su interventi che durano anche dodici ore al giorno", spiega Franco. Il carico di lavoro non è solo fisico – e già quello basterebbe – ma anche mentale. Tutto questo inevitabilmente incide anche sulla sicurezza, che non dovrebbe mai mancare in contesti del genere.

Che Roma d'estate diventi un rogo a cielo aperto è cosa risaputa. Da anni la capitale è teatro di incendi che, soprattutto nei mesi estivi, devastano intere aree, con conseguenze pesanti per ambiente e popolazione. Nonostante questo, il personale dei Vigili del Fuoco è in costante diminuzione: secondo i dati Eurostat, in Italia siamo passati dalle 41.444 unità del 2022 alle 37.200 del 2023. "Già nell'ordinario abbiamo difficoltà a garantire il meccanismo di soccorso previsto, non ci sono i numeri per tenerlo in piedi. D'estate c'è una convenzione con la Regione per il potenziamento delle squadre, ma sempre sullo stesso personale: significa solo che se io che aderisco alla campagna, lavoro anche nel mio giorno libero".

Anche l'età media è alta: 48 anni, che per un lavoro come quello del pompiere non è irrilevante. "Io ho quasi sessant'anni – continua Franco – e vi assicuro che un intervento di dodici ore ha conseguenze sul mio fisico diverse da quelle che poteva avere a trenta. Abbiamo bisogno di personale giovane, oltre che di un piano di assunzioni straordinario che però nessuno sembra interessato a varare".

"Giorni fa per un incendio in zona Magliana delle quadre si sono ritrovate con l'Aps dentro un incendio, ma poi sono finiti i rifornimenti di acqua perché le autobotti non erano sufficienti. Si sono difese comunque, ma senza l'elemento essenziale diventa complicato. Abbiamo denunciato che alcuni distaccamenti non avevano autopompe disponibili perché guaste. Si è quindi ricorso a delle soluzioni mettendo delle autobotti, che è un mezzo che porta essenzialmente acqua, con un mezzo che porta essenzialmente personale. Ma tutto il caricamento che esiste con le autopompe non c'entra con questi due mezzi. È come se si rompe un'ambulanza e ti dicono ‘prendi la mia station wagon, tanto abbassi i sedili'. Tutti questi elementi, il mancato investimento sulle assunzioni, sui mezzi, la scarsa attenzione ai dispositivi di protezione per problemi sugli appalti, ricadono sul personale. E alla fine si presenta il conto, che purtroppo ogni tanto arriva. Mi dispiace per i colleghi che ci vanno di mezzo, non è giusto".

"Siamo sotto organico di 4mila unità, serve un piano di assunzioni immediato, altrimenti avremo anche difficoltà ad affrontare il Giubileo – spiega Mauro Giulianella, coordinatore nazionale Fp Cgil Vigili del Fuoco – Il corpo dei Vigili del Fuoco ha del personale altamente specializzato, come i sommozzatori nautici e i piloti di elicotteri, che sono il nostro fiore all'occhiello. C'è carenza di personale anche in questi settori. Basti pensare che in Sicilia, dopo l'affondamento del Bayesian, si è dovuta muovere mezza Italia".

"Negli ultimi anni con il cambiamento climatico, l'interventistica è completamente cambiata. Non ci sono mai stati così tanti incendi di questa violenza nelle città metropolitane. Oltre alle assunzioni, gli enti competenti devono interessarsi delle aree verdi e boschive, occupandosi periodicamente della loro pulizia. Non è possibile che durante gli interventi troviamo di tutto, dalle bombole al materiale di scarico, che complicano ancora di più situazioni già pericolose".

Giulianella aggiunge che "c'è bisogno di stanziamento di risorse, cosa che il Governo stenta a fare. Ci sono posti in Italia in cui ci vuole anche un'ora e mezza per raggiungerli, ma bisogna garantire al cittadino un intervento in venti minuti. Nel 2014 avevamo fatto un percorso condiviso con l'amministrazione, ‘L'Italia in venti minuti', di cui poi non si è saputo più nulla. Non ci è riconosciuta la malattia professionale, non abbiamo l'Inail. Il nostro contratto è scaduto da tre anni, l'ordinamento professionale fa acqua da tutte le parti e andrebbe rinnovato, non abbiamo la previdenza complementare. A questo aggiungiamo che nei prossimi anni avremo un pensionamento molto alto, di circa 5mila unità, che porterà ancora più difficoltà".

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