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I vandali distruggono il profugo di Jago: rimossa da Castel Sant’Angelo la scultura contro il razzismo

È stata danneggiata dai vandali l’opera “Sono pronto al flagello” dell’artista Jago, collocata la scorsa estate sul Ponte degli Angeli, davanti a Castel Sant’Angelo, a Roma.
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Il profugo di Jago
Il profugo di Jago

Quando un'opera d'arte viene distrutta è sempre un sacrilegio laico. Ma, se possibile, lo è ancora di più se quell'opera porta con sé un messaggio contro il razzismo. La notte fra giovedì 6 venerdì 7 ottobre è stata distrutta la scultura che rappresenta un profugo dell'artista Jago, posta lo scorso mese di agosto sul Ponte degli Angeli, davanti a Castel Sant'Angelo, a Roma.

Distrutto il profugo di Jago

A comunicare l'accaduto è l'Assessora alla sicurezza del I Municipio capitolino, Giulia Silvia Ghia: "Due giorni fa, nel corso della notte, l’opera in marmo del famoso scultore Jago, dal titolo "Sono pronto al flagello", collocata nel mese di agosto sul Ponte degli Angeli e da subito divenuta meta di attrazione turistica, è stata deturpata e devastata in maniera davvero importante".

La scultura di Jaco raffigura una persona distesa su un fianco e vuole rappresentare un migrante in balia delle onde in mezzo al mare nella lunga e difficile traversata verso l'Italia. Con quest'opera il giovane sculture originario di Frosinone, all'anagrafe Jacopo Cardillo, intende lanciare un forte messaggio contro il razzismo.

Un mese il mare

Prima di approdare a Roma, la scultura "Sono pronto al flagello" ha passato un intero mese in mare, sulla nave di una ONG, proprio come un vero migrante. "È stata installata a inizio estate, in gran segreto, su una nave di SOS Mediterranee. Dopo un mese in mare è tornata in Italia, sbarcando assieme a 150 naufraghi salvati dalle acque", aveva raccontato Jago.

È quindi riuscita a sopravvivere al mare e al difficile viaggio in cui molti migranti perdono la vita, ma non alla stupidità di qualche vandalo che, non curante dell'importanza del messaggio dell'opera, l'ha inutilmente danneggiata, costringendo il I Municipio di Roma a rimuoverla dal Ponte degli Angeli.

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