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I picciotti battezzati alle porte di Roma, ecco come funzionavano “le mangiate di ‘ndrangheta”

L’inchiesta che ha portato all’arresto di 65 persone tra Anzio e Nettuno ha evidenziato l’esistenza di un “locale di ‘ndrangheta” sul litorale di Roma. La filiale della casa madre calabrese battezzava nuovi affiliati e distribuiva le doti (ovvero i gradi) all’interno dell’organizzazione.
A cura di Valerio Renzi
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L'inchiesta che ha portato all'arresto di 65 persone ritenute appartenenti a un'associazione a delinquere di stampo mafioso, ha portato alla luce come la ‘ndrangheta presente dagli anni Settanta sul territorio a Sud di Roma, non è più in trasferta, ma ha messo solide radici, tanto da aver costituito quella che nel gergo ‘ndranghetista è un "locale di ‘ndrangheta". Una sorta di colonia, un'emanazione diretta della cosca calabrese di riferimento su un altro territorio. Il "locale" può battezzare i nuovi affiliati e distribuire le doti, ovvero i gradi all'interno dell'organizzazione. E questo accadeva anche nel caso del sodalizio capeggiato da Bruno Gallace, Nicola Perronace, Giacomo Madafferi che fanno riferimento alle ‘ndrine di Santa Caterina d'Aspromonte e di Guardavalle. Un modello organizzativo venuto alla luce in diverse importanti operazioni e ormai considerato assodato dalla giurisprudenza, e che ha la sua forza proprio nel rapporto di diretta di dipendenza dei "locali" di tutto il mondo alla casa madre calabrese, chiamata ad autorizzare la nascita delle filiali e autorità suprema alla quale rivolgersi in caso di controversie.

È uno dei collaboratori di giustizia che sono stati determinanti nelle indagini, Antonino Belnome, a riferire che ad Anzio e Nettuno la ‘ndrangheta si sedeva a tavola per poi celebrare i riti di iniziazione, secondo un rigido protocollo. Il collaboratore parla di  "mangiate di ‘ndrangheta", come di un'occasione che "è particolarissima, no particolare"

Perché intanto si mangiano alcuni determinati prodotti tradizionali del tipo capretto, e poi co sono delle… tutte dei rituali, delle funzioni, delle regole, delle circostanze dove in quella mangiata poi scaturisce sempre in una riunione di ‘ndrangheta, quindi poi si forma la società, prima si forma la società, si fa quello che si deve fare, se c’è da federalizzare qualcuno, poi si passa a della mangiata dove a turno o uno o tre picciotti si alzano a servire la tavola, si nominano mastri di cannata. E ci sono rigide dove c’è il capo tavola che libera la tavola

Non solo, dalle intercettazioni telefoniche e ambientali emergono distribuzioni delle doti ai figli dei boss, e anche circostanze in cui a essere accordati sono gradi di altissima levatura come quello di Trequartino e di Vangelo. Gradi che dimostrano l'esistenza nel locale di Anzio di una Società Maggiore, ovvero la struttura a cui afferiscono i gradi più altri della ‘ndrangheta distinta dalla Società Minore. Come a dire che sul litorale laziale non si battezzano solo picciotti ma ci sono anche i dirigenti di alto grado della mafia calabrese. Una ‘ndrangheta di seconda generazione, dove i figli dei boss che scalano le gerarchie del locale in Calabria ci vanno solo in vacanza d'estate ma il mare che conoscono e dove sono cresciuti è quello di Roma.

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