I messaggi con cui Mark Samson si fingeva Ilaria Sula nelle chat con l’amica: “Vado a casa di un tizio”

Nelle chat Whats App Mark Samson si fingeva Ilaria Sula. Dopo averla uccisa, ha preso il suo smartphone per depistare i sospetti su di lui, dopo il suo allontanamento, in quanto le amiche volevano capire dove si trovasse, perché erano preoccupate. "Non so se sto per fare una cazz…ma vado a casa di un tizio che ho conosciuto per strada". È uno dei messaggi, che una delle amiche di Ilaria ha ricevuto dal numero della ventitreenne scomparsa, uccisa a coltellate dall'ex nell'appartamento di via Homs e trovata morta all'interno di una valigia in fondo al burrone di un bosco in provincia di Roma. Gli investigatori della polizia di Stato, che indagano sul femminicidio di Ilaria Sula, hanno estrapolato le conversazioni tra un'amica di lei e il killer.
Le chat tra l'amica di Ilaria Sula e il killer che si fingeva la ex
L'amica di Ilaria Sula, che ha intrattenuto con il suo numero la conversazione ha pensato veramente che in quel momento a scrivere fosse lei. Dall'altra parte della chat invece Samson le mentiva, per prendere tempo e allontanare da lui i sospetti di famigliari e amici. Il killer mercoledì 26 marzo 2025 scrive fingendosi Ilaria: "Non so se sto per fare una cazzata, ma vado a casa di un tizio, che ho conosciuto per strada". L'amica risponde, dopo tre punti interrogativi: "In che senso? Ila, stai attenta per favore". Dopo un poi l'amica le chiede: "Sei andata?" risposta affermativa. E ancora: "È successo qualcosa?". Samoson risponde "Sì hihi".
"Non posso mandarti la posizione"
L'amica non sa nulla di questa persona e resta stupita che non gliene abbia parlato prima. Spiega che si sarebbero conosciuti quella mattina all'Università: "Ci siamo visti stamattina all'uscita della Sapienza e mi ha chiesto se mi andava di uscire oggi così a caso". Samson, fingendosi Ilaria, dice che non sarebbe tornata a casa quella sera, ma che avrebbe dormito da lui, senza specificare però dove. Le chiede "Dove sta lui?" e gli risponde: "Lontano ciccia, sta fuori". L'amica di rimando, come spesso tra donne si fa in questi casi chiede: "Manda posizione per sicurezza" e come risposta arriva "non posso ciccia scusa". All'amica quelle parole suonano strane e chiede: "Che vuol dire non puoi?". Ma non riceve alcuna risposta.
"Tranquilla, sto a Napoli"
Il giorno dopo, giovedì 27 marzo, l'amica chiede ad "Ilaria" se sia tutto ok. Samson risponde: "Sii stai tranqui, sono praticamente a Napoli". In realtà Ilaria era già morta, chiusa all'interno della valigia in cui è stata ritrovata nel bosco. L'amica insiste a chiederle di mandarle la posizione. "Qualcuno almeno sa dove sei?". Samson risponde: "Non mi va, voglio sentirmi libera in tutti i sensi, senza che nessuno mi vede dove sto". L'amica risponde: "Ok, fai come vuoi, sappi che io non ti giudico se sei andata a Napoli o dove sei". E l'amica la rassicura sul fatto che qualora le avesse detto dove si trovasse, non l'avrebbe fatto sapere a Mark, ossia all'ex, con il quale ancora senza saperlo stava parlando.
"Non mi funziona il microfono, ha preso acqua il telefono"
Nei giorni successivi l'amica di Ilaria non riuscirà a sapere dove si trova: nonostante l'abbia chiamata e videochiamata, oltre ai messaggi non ha avuto alcuna risposta. Nelle chat è preoccupata, le scrive "non mi fido, ti devo sentire", che i suoi genitori l'avevano chiamata e che avrebbero contattato la polizia. Le risposte che riceve sono scuse, perché di fatto Ilaria non avrebbe potuto mai più rispondere al telefono: "Non mi funziona il microfono, ha preso acqua il telefono". Fino a quando dopo vari tentativi di videochiamata, l'amica conclude la conversazione scrivendo "Ti saluto chiunque tu sia". Ormai era chiaro: non era Ilaria a scrivere e non lo era mai stata. Ciò che è successo dopo ha portato al ritrovamento del cadavere di Ilaria, i sospetti si sono concentrati su Mark, che ha confessato il delitto, per il quale è indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere.