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Opinioni

I luoghi di Roma che ricordano Pier Paolo Pasolini

II 2 novembre 1965 si ricorda il barbaro assassinio, avvenuto all’Idroscalo di Ostia, di Pier Paolo Pasolini. Poeta, scrittore, regista, intellettuale in senso pieno del termine. Pasolini, romano di adozione, raccontò tra gli anni ’50 e ’60 la città che cambiava e cresceva, immortalando sulle sue pagine e nelle sue pellicole alcuni luoghi di Roma, facendoli entrare nell’immaginario collettivo.
A cura di Redazione Roma
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Il 2 novembre 1975 veniva ucciso barbaramente Pier Paolo Pasolini. Poeta, scrittore, regista, intellettuale in senso pieno del termine. Comunista che si rifiutò sempre di svolgere il ruolo dell'intellettuale organico, è una delle figure chiave della cultura del ‘900 in Italia. Pasolini raccontò il paese che cambiava con il boom economico in Comizi d'Amore alla tv, si scontrò con la censura dei tribunali, reinterpretò la tragedia e i grandi cicli di storie della letteratura sul grande schermo.  Ma soprattutto interrogo l'anima più profonda della società, scandagliando le strade e le baraccopoli della città, innamorandosi senza del sottoproletariato che le abitava senza fargli mai sconti. E questa parte della produzione di Pasolini è indissolubilmente legata a Roma, in particolare in alcuni luoghi che ha vissuto, raccontato e dove infine è stato assassinato.

Pietralata

Pietralata è lo sfondo del romanzo del 1959 Una vita violenta, e in parte a Ragazzi di vita del 1955. Qui, lungo l'omonima strada che si snoda stretta e sinuosa tra la Nomentana e la Tiburtina, si svolge la vita di Tommaso Puzzilli: tra piccola criminalità, prostituzione, il carcere e poi la scoperta di un rinnovato senso di comunità e solidarietà. Ma oltre alla storia di Tommaso il romanzo racconta anche la vita dei ragazzini in una borgata di baracche, quella Roma dei "borghetti" fatti di case tirate su in una notte. L'esclusione ma anche il riscatto e la grande umanità di questi ultimi, scarti della società industriale e della città che cresce.

Il Mandrione

Via del Mandrione è ancora oggi uno dei luoghi più affascinante della città, tra la Casilina e la Tuscolana, un vicolo lungo chilometri, tra case basse, cresciute un po' a caso e fuori da ogni piano regolatore venute fuori dalle baracche dell'immigrazione interna, e gli archi dell'acquedotto romano. Tra il verde dei prati incolti, ultimo avamposto di campagna in città e il vicino sferragliare della ferrovia. Qui Pasolini ha ambientato racconti e storie, nel cuore delle contraddizioni del boom economico che mentre prometteva elettrodomestici e macchine a rate, lasciava indietro centinaia di migliaia di persone.

Il Bar Necci

Il Bar Necci è nel cuore del Pigneto, una volta quartiere proletario e popolare, oggi centro della movida, dove hanno trovato casa controculture, giovani studenti fuori sede, hipster e artisti, che si mescolano a migranti e abitanti storici. Ora Necci è una delle tappe obbligatorie per chi vive il quartiere, locale famoso e alla moda. Ma non era così quando Pasolini qui vi girava Accattone o vi ambientava le pagine di Ragazzi di vita. Proprio tra i tavolini di Necci dove Pasolini amava trascorrere lunghi pomeriggi, è stato fatto il casting di Accattone

La Trattoria Pommidoro

La Trattoria Pommidoro è a San Lorenzo in piazza dei Sanniti. Aperta a pranzo e cena seduti al tavolino si assaggia la cucina romana tradizionale, ma anche cacciagione e pesce. Qui Pasolini trascorse la sua ultima cena in compagnia di Ninetto Davoli, nel cuore di quella città che cambiava, tra operai e studenti della vicina università la Sapienza. Qui Pasolini era di casa, assieme ad altri scrittori e intellettuali come Alberto Moravia.

L'Idroscalo

Alla periferia di Ostia viene assassinato barbaramente Pier Paolo Paosilini tra il 1 e il 2 novembre del 1975. Un delitto irrisolto e di cui si conosce solo il coinvolgimento di Giuseppe Pelosi, tra le luce e ombre di rivelazioni, confessioni e ritrattazioni. Il corpo di Pasolini viene ritrovato riverso in terra, martoriato da un pestaggio condotto con calci, pugni, catene e bastoni. Qui, in questo ultimo scampolo di metropoli, di fronte ad un villaggio di pescatori diventato la casa degli ultimi e che tutt'ora aspetta di essere sgomberato.

Pasolini e Roma, una poesia

Nel ‘Pianto della scavatrice' di Pier Paolo Pasolini, ci sono dei versi su Roma straordinari e commoventi. Sono noti al grande pubblico perché citati nel bel film-ricostruzione ‘Pasolini, un delitto italiano' di Marco Tullio Giordana.

Stupenda e misera città,
che m'hai insegnato ciò che allegri e
feroci
gli uomini imparano bambini,

le piccole cose in cui la grandezza
della vita in pace si scopre, come
andare duri e pronti nella ressa

delle strade, rivolgersi a un altro uomo
senza tremare, non vergognarsi
di guardare il denaro contato

con pigre dita dal fattorino
che suda contro le facciate in corsa
in un colore eterno d'estate;

a difendermi, a offendere, ad avere
il mondo davanti agli occhi e non
soltanto in cuore, a capire

che pochi conoscono le passioni
in cui io sono vissuto:
che non mi sono fraterni, eppure sono

fratelli proprio nell'avere
passioni di uomini
che allegri, inconsci, interi

vivono di esperienze
ignote a me. Stupenda e misera
città che mi hai fatto fare

esperienza di quella vita
ignota: fino a farmi scoprire
ciò che, in ognun, era il mondo.

1968, Pier Paolo Pasolini sul set del film Il Porcile
1968, Pier Paolo Pasolini sul set del film Il Porcile
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