I luoghi del potere di Silvio Berlusconi a Roma: da palazzo Grazioli a Villa Grande
Non è a palazzo Grazioli, simbolo del potere berlusconiano ed emblema della seconda Repubblica, che comincia la storia romana di Silvio Berlusconi, morto il 12 giugno 2023 all'età di 86 anni. È invece al civico 31 di via di Santa Maria dell'Anima, dietro piazza Navona, a pochi passi dai luoghi della politica. È in quell'appartamento-ufficio che viene creata Forza Italia ed è là, a gennaio del 1994, che viene pianificata la ‘discesa in campo' del futuro Cavaliere.
Palazzo Grazioli, per 25 anni centro del potere della Seconda Repubblica
Dopo la vittoria elettorale del 28 marzo 1994, Berlusconi si muove per cambiare casa e la scelta ricade su un appartamento lussuoso di oltre mille metri quadrati al secondo piano di un edificio storico di via del Plebiscito con ingresso al civico 102: palazzo Grazioli, che per anni è stato il cuore della politica italiana. Alle spalle di piazza Venezia, a pochi passi da piazza del Gesù, dove c'era la storica sede della Democrazia Cristiana, e a neanche 200 metri da via delle Botteghe Oscure, luogo simbolo del Partito Comunista Italiano. Cene, incontri, vertici politici, manifestazioni a sostegno e infuocati sit in di protesta: per venticinque anni a ‘Grazioli' sono state decise le mosse elettorali del Cavaliere. In quelle stanze e negli uffici di palazzo Macchi Cellere, storica sede di Forza Italia in via dell'Umiltà.
Secondo alcune fonti storiche, palazzo Grazioli fu costruito nel ‘500 da Giacomo della Porta, poi vi si stabilirono la famiglia di Alessandro Gottifreddi, generale della Compagnia di Gesù, l'ambasciatore l'Ambasciatore d'Austria, il Conte di Kevenhüller, e poi l'Infanta di Spagna, Maria Luisa di Borbone-Spagna Duchessa di Lucca. Nel 1840 l'edificio fu acquistato dal commendator Vincenzo Grazioli, nominato in seguito Barone di Castelporziano e Duca di Santa Croce di Magliano. Nel 1847, dopo un matrimonio tra nobili, la famiglia prese il nome di Grazioli Lante della Rovere. Sulla facciata ci sono capitelli e teste di leone che richiamano lo stemma della famiglia Gottifreddi, poi un balcone con balaustra che reca lo stemma dei Grazioli in mosaico.
Il piano nobile, che ospitava l'appartamento privato e gli uffici dell'ex presidente del Consiglio, è stato ristrutturato dall'architetto Giorgio Pes, autore degli arredi dei film Boccaccio '70 e Il Gattopardo di Luchino Visconti. Berlusconi, tuttavia, non riuscì mai a comprare il palazzo, perché il duca Giulio Grazioli-Lante della Rovere resistette sempre alle lusinghe del Cavaliere. L'affitto, del resto, non era proprio economico: 30/40mila al mese, secondo i più informati. Cioè poco meno di mezzo milione di euro all'anno.
Villa Grande, l'ultima dimora romana di Silvio Berlusconi
Anche a causa di questi costi così alti, Berlusconi ha deciso, durante l'emergenza Covid, di lasciare Grazioli e trasferirsi a Villa Grande, una lussuosa dimora tra Appia Antica e Appia Pignatelli già di sua proprietà. La acquista a giugno del 2001, pochi giorni prima di vincere le elezioni politiche per la seconda volta. La villa si trova in un vasto comprensorio realizzato negli anni trenta dalla famiglia Papa ed è di proprietà di Franco Zeffirelli. Sotto ipoteca e a rischio sfratto, si rivolge al Cavaliere, che lo aiuta acquistando la proprietà ed una vicina al prezzo di due milioni di euro. Consente comunque all'amico (è stato anche Senatore di Forza Italia) e anziano regista di viverci per il resto della sua vita.
Subito dopo l'acquisto, comunque, cominciano importanti lavori di ristrutturazione in entrambi gli edifici che accrescono di molto il valore degli immobili. Villa Grande o Villa Zeffirelli è l'ultima casa romana di Silvio Berlusconi. La prima visita del Cavaliere risale al 9 febbraio 2021, in piena emergenza Covidì. Dalla villa romana guida la delegazione di Forza Italia alle consultazioni con l'allora presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi.