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I Jet dei Ricchi inquinano e non pagano le tasse: scoperta evasione da 2,7 milioni di euro

Sono 161 le società operanti nell’aviazione privata di lusso che non hanno versato al fisco l’imposta sull’ambiente, una tassa pensata proprio per quei servizi con un alto impatto sull’ecosistema.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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Effettuavano voli privati a prezzi concorrenziali, in modo da attirare più clienti possibili. Ma dietro questi ‘sconti' c'era un motivo ben preciso: il mancato pagamento della cosiddetta ‘tassa sull'ambiente‘, imposta il cui importo varia a seconda della tratta percorsa e del numero di passeggeri trasportati.

Ben 161 compagnie operanti nei servizi di aerotaxi ed elitaxi personalizzati sono finite nel mirino della Guardia di Finanza per aver frodato in totale 2,7 milioni di euro. Quell'aviazione privata di lusso che ha un impatto ambientale devastante per l'ecosistema, non pagava l'imposta finalizzata a tassare tutti quei servizi con un effetto negativo sull'ambiente. Una tassa sul lusso per voli che costano decine di migliaia di euro e che solo una piccola parte di persone facoltose al mondo possono permettersi.

Attenzione: chi usufruiva del servizio di queste compagnie non era a conoscenza della frode. Le persone che usavano i servizi di aerotaxi, sborsando migliaia di euro, pagavano anche la tassa sull'ambiente, che però non veniva poi versata al fisco dalle società. Anche per questo motivo riuscivano a mantenere bassi i costi rispetto ad altre compagnie, che invece adempivano agli obblighi fiscali.

A far scattare l'alert di rischio della Guardia di Finanza sono stati proprio i prezzi estremamente concorrenziali di queste compagnie. In seguito a controlli effettuati presso gli scali aeroportuali G.B. Pastine e Roma Urbe è emerso che i documenti di viaggio emessi dal vettore e dalle società che curano l'assistenza dei passeggeri a terra non corrispondevano con i dati dei versamenti effettuati nel quinquennio 2018 – 2022, per un totale di quasi tre milioni di euro e quasi 16mila ‘passeggeri fantasma'. Un'inadempienza molto redditizia, per la quale adesso queste compagnie dovranno vedersela col fisco.

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