I granchi giganti sotto il Foro di Traiano ci sono dai tempi dell’Impero romano: “Ma ora rischiano di sparire”

Era il 2005 quando un’equipe di archeologi, impegnata in alcuni scavi nel Foro di Traiano, nel cuore di Roma, si imbatté in un antico scarico fognario. Al suo interno, due scoperte inattese: un busto in marmo dell’imperatore Costantino, databile agli inizi del IV secolo d.C., e una colonia di granchi di fiume, risalente a un’epoca ancora più remota.
Il ritrovamento, in realtà, risalirebbe al 1997, come riportato dall’Italian Journal of Freshwater Ichthyology, diretto da Massimiliano Scalici, professore associato di Ecologia all’Università degli Studi Roma Tre. Fu proprio Scalici, una ventina d'anni fa, a dare il via a uno studio durato tre anni sulla popolazione di crostacei che aveva colonizzato i sotterranei dei Mercati di Traiano. Durante le analisi furono catalogati 451 esemplari, con dimensioni comprese tra i 4 e i 5,5 cm.
“Con quello che, a oggi, è forse l’unico studio sul tema — spiega Marco Seminara, docente di Biologia Ambientale alla Sapienza di Roma — Scalici ha ipotizzato, tramite un’analisi matematica basata su dati statistici, che questa popolazione possa vivere più a lungo e raggiungere dimensioni maggiori rispetto ad altre. Secondo il modello statistico utilizzato, alcuni esemplari potrebbero arrivare, e forse superare, i 7 cm. Ma ai tempi dello studio non ne furono trovati di simili”.
Oggi, però, qualcosa è cambiato. A trovare granchi di quelle dimensioni è stato Bruno Cignini, zoologo e docente presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. “Si tratta di una colonia davvero particolare — racconta — possiamo ipotizzare che viva lì da millenni, forse dai tempi degli antichi Romani. Il carapace dell’esemplare che ho osservato misurava circa 7 cm”.
Un dato che conferma le previsioni fatte da Scalici anni fa. “Probabilmente — continua Cignini — la condizione di isolamento di questa popolazione relitta ha creato le condizioni ideali per uno sviluppo delle dimensioni, un vero e proprio fenomeno di gigantismo”.
Ma come ci sono arrivati quei granchi nei sotterranei del Foro? Le ipotesi sono diverse. Sempre sull’Italian Journal of Freshwater Ichthyology si parla di somiglianze genetiche con esemplari provenienti dalla Grecia, suggerendo che potrebbero essere stati introdotti nel Lazio già tremila anni fa, forse dai Greci. L’ambiente paludoso intorno al Tevere avrebbe offerto un habitat perfetto per la loro sopravvivenza. Con la progressiva urbanizzazione di Roma e la costruzione del sistema fognario durante l’Impero, la colonia del Foro di Traiano potrebbe essere rimasta isolata per secoli.
“Parliamo di un’area con un complesso sistema di circolazione idrica — precisa ancora Seminara —. I Mercati Traianei erano collegati alla Cloaca Maxima, un canale ideale per questi animali, che non tollerano la luce solare né le alte temperature. Fin dalla costruzione del Foro Romano, quei granchi hanno trovato un ambiente perfetto per sopravvivere. All’epoca, la loro presenza non avrebbe stupito nessuno”.
Avvistare la colonia di granchi? Oggi è sempre più raro. Ratti e gabbiani li costringono a restare nascosti durante il giorno: escono solo di notte.
"Sono isolati e questo potrebbe mettere a rischio la loro sopravvivenza". Seminara lancia l'allarme. "Non posso dire con certezza quanto a lungo riusciranno a resistere nelle condizioni attuali. Se il clima continuerà a scaldarsi, con estati sempre più asciutte e scarsità d'acqua, potrebbero incontrare serie difficoltà".