I giudici d’appello confermano: quello dei Casamonica è un clan di mafia, arriva la sentenza
I giudici d’appello confermano: quello dei Casamonica è un clan mafioso. Anche in secondo grado la corte ha emesso una sentenza che ribadisce l’appartenenza dei membri della famiglia a un’associazione di stampo mafioso. A processo ci sono oltre 40 persone, accusate di associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all’estorsione, all’usura, alla detenzione illegale di armi.
Pur riconoscendo l’articolo 416bis, i giudici hanno escluso l’aggravante di essere un’associazione armata. “E’ una sentenza che riteniamo equilibrata. E’ stata ribadita l'impostazione dell'accusa. La Procura ha svolto un gran lavoro ed abbiamo ottenuto un grande risultato. La sentenza di oggi si pone nel solco di altre pronunce come quelle per i Fasciani, Gambacurta e Spada che hanno riconosciuto la mafia sul territorio laziale”, ha commentato il sostituto procuratore generale, Francesco Mollace.
I Casamonica sono arrivati a Roma nel 1939 da Tortoreto, un piccolo paese in provincia di Teramo. Luciano Casamonica, il capostipite di questa famiglia, si stabilì nella zona Sud Est di Roma. Il clan è diventato negli anni uno dei gruppi criminali più importanti della Capitale.
Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, i giudici avevano sottolineato che "l'attività prevalente del clan è l'usura che, però, viene praticata in modalità tali da ridurre quasi sempre il debitore ad uno stato di assoggettamento tipico delle consorterie mafiose". Inoltre avevano definito i Casamonica come "una comunità ‘autarchica' ed autosufficiente che si pone in rapporto sostitutivo con l'autorità statale".