I giudici danno ragione a Virginia Raggi: la discarica di Albano Laziale può restare aperta
La discarica di Albano Laziale può restare aperta. I giudici del Tar del Lazio hanno dato ragione alla sindaca di Roma e della Città Metropolitana, Virginia Raggi, che ha emanato in estate un'ordinanza di riapertura urgente dell'invaso dei Castelli Romani. Per i magistrati, che hanno esaminato un ricorso presentato dal sindaco di Albano, "non vi dimostrazione che l'attività autorizzata dall'atto impugnato apporti in sé un aggravamento della contaminazione del sito". I giudici hanno menzionato inoltre "la comprovata gravità dell'emergenza connessa alla gestione dei rifiuti da parte della Città Metropolitana" e anche il fatto che "è stato demandato all'Arpa un monitoraggio mensile, all'esito del quale sarà doveroso intervenire con tempestività, al fine di scongiurare eventuali danni, se accertati in riferimento alla riapertura del sito". Questa ultima considerazione rinvia di fatto la valutazione di un eventuale intervento di chiusura alla pubblicazione delle analisi dell'Arpa, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale.
Il sindaco di Albano: "Forse ha pesato il continuo grido di disperazione di Raggi"
Il sindaco di Albano Laziale, Massimiliano Borelli, ha commentato così la decisione: "In queste settimane sono stato spesso presente al sito di discarica, mettendoci la faccia e prendendomi applausi e fischi. Dire che sono molto amareggiato è riduttivo. Le motivazioni che hanno scritto i giudici del Tar. le rispetto ma non le condivido affatto. L'evidenza dei fatti dimostra che non c'è stata alcuna istruttoria preventiva, perché in questi ultimi 4 anni nessuno ha bonificato il sito, e vi era una sola relazione Arpa aggiornata. I rifiuti conferiti, se stiamo alle analisi fatte dalla stessa Arpa, non erano conformi, e quelle sulle falde ancora non sono arrivate". Borelli sostiene come non sia sufficiente "un monitoraggio a posteriori, oltretutto con questa cadenza. Chissà quanto abbia pesato il continuo e martellante grido di disperazione proveniente dal Campidoglio. Si è arrivati addirittura ad evocare la riunione del G20 per avere la necessita' di nascondere l'immondizia romana sotto il tappeto di Roncigliano". Adesso la preoccupazione del sindaco è che questa sentenza possa diventare un "alibi per conferire immondizia anche non trattata. Dovremo alzare ancora di più il livello di attenzione, ed incalzare le istituzioni preposte a fornire dati aggiornati e puntuali, per poter intervenire, come recita il dispositivo della sentenza".