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I cinghiali delle riserve romane vengono venduti vivi all’asta a cacciatori e macellai e uccisi

Gli animalisti sono sul piede di guerra per l’asta di cinghiali vivi, catturati nelle riserve naturali romane della Marcigliana e dell’Insugherata, venduti a un euro al chilo a cacciatori e macellai e uccisi per divertimento o carne. Oipa: “Chiediamo alle istituzioni metodi non violenti, sono esseri senzienti”.
A cura di Alessia Rabbai
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I cinghiali catturati nelle riserve romane vengono venduti vivi all'asta per un euro al chilo a cacciatori e macellai e uccisi. Così Comune di Roma, Città Metropolitana e Regione Lazio invece di mettere in atto azioni volte alla loro tutela, come sterilizzazioni o misure che ne prevedano il salvataggio anziché l'abbattimento, ancora una volta consegnano gli esemplari nelle mani del miglior offerente, per attività venatorie o destinandoli al consumo alimentare. L'apertura delle buste si è svolta lo scorso 9 marzo. RomaNatura, ente regionale presieduto da Maurizio Gubbiotti, fondatore e tra i dirigenti di Legambiente, ha messo all'asta gli esemplari catturati vivi all'interno delle Riserve naturali della Marcigliana e dell'Insugherata, nel quadrante Nord della Capitale. Gli animalisti sono sul piede di guerra, l’organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) ha diffuso la notizia, domandando "perché anche in Regioni e Comuni dove le amministrazioni si dichiarano ‘ambientaliste', ancora si ricorra a procedure amministrative non etiche nelle quali gli animali sono considerati meri oggetti".

Le associazioni animaliste chiedono misure non violente

La richiesta delle associazioni animaliste e dei cittadini che le sostengono è quella che Regione Lazio ed enti gestori dei parchi e delle riserve cambino il loro approccio nei confronti dei cinghiali e degli altri animali in genere, con un maggiore rispetto per la loro esistenza individuale. Provvedimenti violenti che vorrebbero porsi come soluzione ad un sovraffollamento di esemplari, quando l'uomo ha invaso per primo il loro habitat naturale, attirandoli con avanzi di cibo e rifiuti abbandonati nei pressi delle abitazioni oppure con reinserimenti destinati alla caccia. "La triste asta di RomaNatura non è un caso isolato ma si è svolta anche lo scorso ottobre, indetta dal Parco naturale regionale di Veio – dichiara la delegata dell’Oipa di RomaRita Corboli – Nella gestione della fauna della capitale e della Regione Lazio ancora siamo molto lontani dal recepimento del Trattato di Lisbona del 2007, che tutela gli animali in quanto ‘esseri senzienti'".

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