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Violenza ostetrica: tutte le testimonianze

“Ho chiesto aiuto, mi hanno detto ‘arrangiati'”: le voci di donne lasciate sole nel post parto

Sono centinaia le testimonianze e i commenti di donne che hanno vissuto in solitudine il post parto. “Vorrei dire alla mamma che ha perso il bimbo al Pertini che non è colpa sua. Quello che è successo a lei poteva capitare a tutte noi”.
A cura di Natascia Grbic
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"Ero stremata dal parto, con i punti ancora freschi, la bambina che piangeva e io che non riuscivo ad attaccarla. Erano tre giorni che non dormivo, ero distrutta e l'ho portata al nido: mi hanno mandato via perché era cambio turno e non potevano tenerlo". "Avevo mio figlio accanto, il padre poteva stare solo un'ora al giorno. Era una settimana che stavo in ospedale, avevo il terrore di addormentarmi e che succedesse qualcosa. A un certo punto ho sentito un urlo: una donna si era addormentata e il bimbo caduto. Non si è fatto niente fortunatamente, ma eravamo tutte terrorizzate".

Sono migliaia le testimonianze che in queste ore stanno affollando i social. Dopo la tragica vicenda del neonato morto mentre la madre lo allattava all'ospedale Pertini di Roma, in tantissime stanno raccontando le loro esperienze. "Tutte ci siamo addormentate per la stanchezza con il bambino attaccato al seno. Solo che a noi è andata bene. Un forte abbraccio a questa mamma e a questo papà che stanno vivendo un incubo".

"Ho chiesto a un'infermiera se potevano tenermi mio figlio per una notte perché continuava a piangere e io ero esausta da un post operazione e lei si è rifiutata dicendomi che mi sarei dovuta arrangiare perché una volta a casa non avrei potuto darlo a qualcuno come in ospedale – scrive un'altra donna – Fortuna passava una giovane ostetrica che ha sentito tutto e me lo ha preso lei".

Il rooming – in è prassi comune negli ospedali. Raccomandato dall'Organizzazione mondiale della Sanità e dall'Unicef per favorire l'attaccamento e lo sviluppo del rapporto con il bambino, è una pratica altamente benefica sia per la donna sia per il neonato. Ma non deve essere imposta: se la neomamma è stanca e ha bisogno di riposare, il nascituro deve essere portato al nido. È inoltre raccomandato che vi sia qualcuno insieme alla donna, che sia il partner o il personale sanitario.

"Modificate i protocolli che regolano gli accessi al reparto per i neopapà in modo che la neomamma abbia un supporto", dice un'altra donna. "Sono assolutamente d'accordo – un altro commento – Il mio compagno ha assistito al parto poi nei giorni successivi aveva il permesso per stare con me ed il piccolo 45 minuti, assurdo".

"Il mio era stato un parto naturale, dopo tre giorni di doglie e in piena notte, non hanno permesso a mio marito di rimanermi accanto, mi hanno però portato la bambina per allattarla dopo pochissimo tempo e me l'hanno lasciata sul letto per ore. Ero stanchissima e terrorizzata che potessi addormentarmi". "Mi hanno indotto le contrazioni, mio figlio nasce dopo tre giorni di dolori lancinanti, tre giorni senza poter dormire o mangiare per quanto forti erano i dolori. Dopo il parto mi danno subito mio figlio, io gli dico di prenderselo perché mi tremavano le braccia, ero sfinita e avevo bisogno di dormire. Dopo 10 minuti sento qualcuno del personale che con una frase in dialetto diceva che non avevo voglia di stare con mio figlio".

Ne abbiamo riportata qualcuna, ma sono davvero migliaia le testimonianze di donne che hanno vissuto il post parto in totale solitudine. Spesso dopo ore di travaglio, con i punti del cesareo o dell'episiotomia, senza avere la possibilità di riposare in modo adeguato. Parallelamente si è scatenata una forte ondata di solidarietà nei confronti della donna il cui bimbo è morto al Pertini: "Vorrei dirle che non è colpa sua – scrive una donna, commentando uno dei tanti articoli apparsi in rete – Quello che è successo a lei poteva capitare a tutte noi. Siamo state solo più fortunate".

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