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Guidonia, rimossa targa coloniale dal comune. Il sindaco: “Ricorda crimini dell’Italia fascista”

Michel Barbet, il sindaco di Guidonia, ha ordinato la rimozione della targa presente sulle mura del palazzo comunale inneggiante al colonialismo italiano. Era stata affissa nel 2011 dal precedente primo cittadino”La presenza della targa era assolutamente irrispettosa nei confronti di quelle popolazioni ed in generale della comunità africana presente sul nostro territorio”.
A cura di Natascia Grbic
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Il sindaco di Guidonia Michel Barbet (M5s) ha ordinato la rimozione della targa inneggiante al fascismo coloniale che fino a oggi era affissa all'ingresso del palazzo comunale. Lo ha annunciato oggi il primo cittadino, spiegando che l'amministrazione "è sempre stata rispettosa dei valori fondati sull’antifascismo fulcro della nascita della democrazia nel nostro Paese". La targa era stata affissa nel 2011 dal precedente sindaco, e riportava una frase risalente all'epoca fascista contro le sanzioni applicate all'Italia dall'allora Società delle Nazioni. La rimozione della targa era già stata annunciata da Barbet nei scorsi giorni ed è stata tolta questa mattina alle 10. "L’Italia coloniale si è resa protagonista di crimini efferati e spargimenti di sangue nel corno d’Africa e la presenza della targa era assolutamente irrispettosa nei confronti di quelle popolazioni ed in generale della comunità africana presente sul nostro territorio", continua Barbet. "Un ringraziamento va al Presidente della Commissione Toponomastica Maurizio Celani che si è interfacciato con la Sovrintendenza per togliere la targa in questione. La discontinuità rispetto al passato è anche nei valori e nei gesti simbolici come questo".

I simboli dell'Italia coloniale e fascista a Roma

"A ricordo dell'assedio perché resti documentata nei secoli l'enorme ingiustizia consumata contro l'Italia, alla quale tanto deve la civiltà di tutti i continenti". Questa la scritta che capeggiava sulla targa rimossa questa mattina dalla sede del consiglio comunale, affissa nel 2011. Un retaggio dell'Italia colonialista e fascista che però non è l'unico a Roma: sono purtroppo ancora molti i luoghi in città dove quel periodo storico è celebrato. Di questo si è tornato a parlare nemmeno un anno fa, quando la giunta comunale romana guidata da Virginia Raggi ha deciso di non intitolare la nuova stazione della metro C ‘Amba Aradam‘ (altipiano montuoso dove l'esercito italiano massacrò 20.000 uomini e donne con bombardamenti a tappeto e l'utilizzo di armi chimiche), onorando invece Giorgio Marincola, partigiano italo-somalo morto durante la Resistenza.

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