Gucci chiude a Roma e si trasferisce a Milano, oggi lo sciopero: “È un licenziamento mascherato”
"Gucci sfila posti di lavoro", "Gucci taglia, Milano cuce" e ancora "Da Gucci è di moda il licenziamento". Questi sono alcuni cartelli mostrati questa mattina dai lavoratori della nota casa di moda, in stato di agitazione per la possibile chiusura della sede romana (attiva da 14 anni dopo un trasferimento da Firenze). Questa mattina i dipendenti hanno scioperato per quattro ore e partecipato un sit in a Largo Ottavio Tassoni, sotto la sede dell'azienda.
L'annuncio di Gucci: tutti a Milano
Ad ottobre Gucci ha annunciato che trasferirà a Milano 153 dipendenti su 219 entro il 1° marzo (in realtà i dipendenti sono di più perché non vengono contati i dirigenti, che però sono inclusi nell'operazione). Da più di un mese i sindacati sono sul piede di guerra, e chiedono all'azienda di tornare sui suoi passi. "Per noi si tratta di un licenziamento collettivo mascherato – spiega Federica Ricci Segreteria – Filctem Cgil Regionale Roma Lazio – perché non sono state offerte a tutti le condizioni per permettere un trasferimento quindi molte persone perderanno il posto di lavoro".
Non tutti i dipendenti si trovano nelle condizioni di trasferirsi nel giro di pochi mesi in un'altra città, soprattutto chi ha figli o genitori single, e rischiano di rimanere a casa senza alternative.
Un futuro incerto per i lavoratori di Gucci a Roma
In più ci sono 66 lavoratori a cui non stato offerto il trasferimento a Milano e che non conoscono quale sarà il loro destino nei prossimi mesi, poiché si teme che la sede romana possa essere smantellata del tutto. La richiesta dei sindacati è che venga garantita un'alternativa per chi non ha modo di trasferirsi. "Il rapporto con l'azienda è totalmente arenato, ad oggi parla solo singolarmente con i dipendenti – ci spiega Chiara lavoratrice e rappresentante sindacale – io sono tra i 66 dipendenti che non hanno ricevuto nessuna richiesta di trasferimento e rimarranno a Roma, come tutte gli altri rappresentanti sindacali. Non sappiamo però cosa rimarrà della sede nella Capitale quindi noi che fine faremo?".
La replica di Gucci
L'azienda ha voluto replicare inviando una nota: "In riferimento alle proteste legate al trasferimento della Direzione Creativa da Roma a Milano, la Società fa sapere che tale trasferimento è stato preannunciato alle organizzazioni sindacali agli inizi di ottobre, non prevede alcuna riduzione di personale e verrà attuato nel pieno rispetto delle normative vigenti. A tal riguardo la Società, al fine agevolare quanto più possibile il trasferimento di tutti i dipendenti coinvolti, ha previsto una serie di misure sia economiche che di fattivo supporto, particolarmente di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale. Con il trasferimento a Milano, il Direttore Creativo e i team coinvolti avranno l’opportunità di lavorare a stretto contatto con le funzioni strategiche del brand, già basate nel capoluogo lombardo, massimizzando così le necessarie interazioni e sinergie.