Gualtieri vuole vincere la sfida per le nuove Metro di Roma, ma servono i soldi del governo Meloni
Roberto Gualtieri vuole vincere la sfida e dotare la Capitale di una rete di metropolitane e tram degno di una Capitale europea. Ma servono soldi e, finalmente, poteri speciali per il governo della città. Per questo il sindaco di Roma si sta attivando e ieri, per esempio, ha incontrato in Campidoglio Nadia Calvino, presidente della Bei (European investment bank), con cui ha parlato proprio degli investimenti necessari a completare il piano trasporti.
Soltanto pochi giorni fa il rapporto Pendolaria di Legambiente descriveva un quadro desolante: Roma fanalino di coda per chilometri di metropolitana in Europa, con numeri non paragonabili a quelli delle altre Capitali.
L'obiettivo del sindaco: raddoppiare i chilometri di metropolitana a Roma
L'obiettivo del sindaco Gualtieri è di passare dagli attuali 32,5 chilometri di tramvia a 100 e quasi raddoppiare il numero di chilometri della metropolitana, passando da 59,4 chilometri a circa 92 chilometri, per una spesa complessiva di 8,5 miliardi di euro.
"Con un investimento di 15 miliardi si riuscirebbe ad avere il doppio dei chilometri attuali. Ma serve l'aiuto del governo. Noi vogliamo fare la nostra parte ma abbiamo una capacità di indebitamento solo in conto investimenti che non sarà mai sufficiente a coprire cifre così alte. Ci vuole un aiuto consistente da parte del governo Meloni, con una norma specifica e speciale su Roma che ci aiuti a realizzare, come è avvenuto nelle altre Capitali europee, una buona parte delle opere", ha spiegato in un'intervista rilasciata a La Repubblica l'assessore capitolino ai Trasporti, Eugenio Patanè.
Il piano di Gualtieri per la Metro A, la Metro B, la Metro C e la Metro D
Il piano di Gualtieri è quello di finanziare e realizzare le nuove tratte di metropolitana previste e inserite nel Pums, il Piano Urbano della Mobilità sostenibile: il prolungamento della Metro A fino a Monte Mario e fino a Montespaccato, il prolungamento della Metro B da Rebibbia a Casal Monastero, il prolungamento della Metro C oltre Farnesina e fino a Grottarossa e la realizzazione della nuova Metro D.
Per quanto riguarda la Metro A, in settimana Roma Capitale ha pubblicato la gara per la progettazione del prolungamento della Metro A nella tratta che va da Battistini a Torrevecchia-Montespaccato. Un'opera per la quale i finanziamenti necessari erano stati inseriti nel dossier della candidatura di Roma Expo, che prevedeva 3,1 miliardi complessivi (900 milioni i prolungamenti della A, 600 milioni per i prolungamenti della B, 1,5 miliardi per il tratto fondamentale della linea D).
Dopo la sconfitta con Riyad, Roma deve trovare altre fonti per finanziare queste opere. Come detto, per ragionare sulle possibili combinazioni delle fonti di finanziamento, Gualtieri e Patanè hanno incontrato la presidente Calvino: "La Bei è un partner fondamentale per implementare gli investimenti strategici di Roma, dall'efficientamento delle scuole ai trasporti e alle infrastrutture sostenibili", ha dichiarato quest'ultima. "Il supporto della Bei è prezioso per realizzare progetti ambiziosi per la transizione ecologica di Roma e per sostenere le nuove linee metropolitane", ha sottolineato il sindaco Gualtieri.
Gualtieri chiede l'aiuto del governo
Ma l'aiuto del governo resta decisivo. Il primo cittadino ha riconosciuto, in occasione della seduta straordinaria dell'Assemblea capitolina sull'economia cittadina, "che l'economia di Roma registra una ripresa per perché i governi degli ultimi anni, compreso quello attuale, hanno deciso di investire su Roma come Capitale. Gli investimenti che stiamo attualmente mettendo in campo sono così ampi perché i governi degli ultimi anni, compreso quello attuale, hanno deciso di investire su Roma. Riconosco gli investimenti di questo governo per la Capitale, ad esempio sulla Metro C".
Ma per il sindaco "bisogna ancora lavorare a un rafforzamento strutturale del supporto nazionale a Roma Capitale. C'è il tema del ruolo dei governi rispetto alle Capitali e a Roma, soltanto recentemente, si e' invertita la tendenza a non considerare la Capitale un tema di politica nazionale".